Morto “Big George” Foreman leggenda del pugilato. Nella storia per il match vs Alì del 1974.
Il mondo della boxe è in lutto. Lo scorso 21 marzo è scomparso a Houston, in Texas (USA), il leggedario pugile George Foreman. Aveva 76 anni. Ex campione dei pesi massimi, perse contro Muhammad Ali nel match ‘Rumble in the Jungle‘ tenutosi il 30 ottobre 1974 a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo). Probabilmente il match di pugilato più seguito nella storia di questa disciplina. L’audience stimata all’epoca, infatti, fu di oltre 1 miliardo di persone.
Foreman ha avuto una lunghissima carriera, prima dal 1969 al 1977 e, poi, dal 1987 al 1997 (nel corso della quale fu due volte campione del mondo dei pesi massimi).
Tornato sul ring, nel 1987 (dopo essersi ritirato e aver abbracciato la fede), riconquistò i titoli del mondo WBA, IBF e lineare all’età di 45 anni (si ritirò solo tre anni 48). E’ entrato anche nella storia del marketing sportivo per aver ceduto (fino alla morte), con un contratto a sei zeri, il suo nome per firmare una pentola per cibi.
Il duello di Kinshasa (Ali vs Foreman, 1974/Kinshasa)
Il 30 ottobre 1974, Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, fu teatro di uno dei match di boxe più leggendari della storia: il “Duello di Kinshasa”. In palio c’era il titolo mondiale dei pesi massimi, e il protagonista principale era Muhammad Ali, che affrontava il campione in carica George Foreman. Quest’ultimo, all’epoca, era considerato un pugile invincibile ed era conosciuto nell’ambiente con il nickname di “Assassino“. A soli 25 anni, aveva una forza devastante e aveva abbattuto praticamente tutti i suoi avversari con facilità. L’incontro con Ali sembrava essere una formalità per Foreman, che non solo era il campione del mondo, ma anche il favorito, con una carriera che sembrava senza ostacoli. Ali, d’altro canto, non era più giovane e aveva già vissuto una carriera piena di alti e bassi, oltre a essere stato privato del titolo mondiale a causa delle sue posizioni contro la guerra del Vietnam.
Tuttavia, Ali mise in atto una strategia incredibile per battere Foreman, che passò alla storia con il nome di “Rope-a-Dope” (letteralmente “Prepara la Droga”). Ali si rifugiò contro le corde del ring, proteggendo il corpo con le mani e permettendo a Foreman di colpirlo ripetutamente, ma in modo inefficace, mentre il campione stava consumando le sue energie. Quando Foreman, esausto, non riuscì più a mantenere l’intensità del suo attacco, Ali passò all’azione. Al settimo round, Ali colpì Foreman con una serie di potenti pugni che lo stesero al tappeto, conquistando così il titolo mondiale per la seconda volta.
Il “Duello di Kinshasa” è ricordato non solo per la straordinaria abilità tattica di Ali, ma anche per l’incredibile valore e la determinazione che mostrò. Foreman, purtroppo, non riuscì a reagire a quella strategia, ma la sua carriera non finì lì. Dopo il fallimento in questo incontro, Foreman avrebbe trovato una seconda giovinezza negli anni successivi, diventando campione di nuovo nel 1994, quando a 45 anni sconfisse Michael Moorer per vincere il titolo mondiale dei pesi massimi.
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