MOTO GP: LA WADA CHIEDE IL MASSIMO DELLA PENA PER IANNONE
(di Thomas Gaddo) – Lo scorso 17 dicembre, la commissione disciplinare della FMI (Federazione motociclistica italiana), ha squalificato dal motomondiale, Andrea Iannone (pilota di MotoGP) per 18 mesi. A causa di un test risultato positivo a un controllo antidoping (il 3 novembre 2019 in occasione del Gran Premio di Malesia). La sentenza aveva però riconosciuto la parziale innocenza del motociclista, attribuendo la colpa della presenza di steroidi ad una contaminazione alimentare. Decisione non condivisa dalla WADA (Agenzia Mondiale Antidoping), che, come comunicato dal TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport), ha recentemente presentato in appello, la richiesta di aggravio della pena per il pilota abruzzese, da 18 mesi a 4 anni. Come riferito dallo stesso tribunale, al momento non è stata fissata nessuna data per l’udienza, visti i tempi delle procedure ancora in fase di definizione. Inoltre rimane da considerare, il ricorso presentato da Iannone che ha richiesto l’annullamento della pena.
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Ma una montagna di inutili burocrati che volutamente non prendono decisioni e non fissano date , fregandosene del pilota, della Casa, degli appassionati spettatori ( che poi alla fine sono quelli che ci mettono i soldi, anche quelli del loro stipendio)può condizionare tutto uno sport ? . 18 mesi, no anzi 48, ma adesso vedremo quando riunirci per decidere ecc ecc. Ma questi non hanno veramente nulla da fare se non tiranneggiare qualcuno solo per dimostrare che esistono .Ezpeleta, la Fim, le Case consentono questo scempio ? E se si fosse trattato di un pilota spagnolo ? Magari funzionava in altro modo. Un lamp