L’OPINIONE dell’avv. Enzo Morelli – studio legale Morelli di Milano

"Quel che è accaduto sulle reti Mediaset nel corso del Moto GP costituisce una novità assoluta nell’ambito della comunicazione pubblicitaria in Italia. Lo "split-screen", e cioè la diffusione simultanea o parallela del contenuto redazionale e del contenuto pubblicitario, anche attraverso lo schermo diviso in due o più finestre, non è ancora stato disciplinato da alcuna norma in Italia, anche se fin dalla Comunicazione interpretativa della Commissione europea del 28 aprile 2004, tale nuova tecnica di comunicazione commerciale, così come tutte le altre definite di new advertising (pubblicità virtuale, pubblicità interattiva, etc.), sono state interpretate in senso favorevole".

 In astratto, tale forma pubblicitaria potrebbe porsi in contrasto con il principio della netta separazione tra evento trasmesso e pubblicità. In realtà, occorre verificare sul campo, e dunque nel caso concreto, se sia o meno soddisfatto il criterio di una separazione chiara e riconoscibile dei programmi e della pubblicità. Da come è stato costruito lo split screen (3/4 dello schermo in pubblicità e 1/4 dello schermo dedicato all’evento, in modo da consentire di seguirlo senza interruzione) pare evidente che lo spettatore percepisca la separazione, non solo spaziale, tra pubblicità ed evento sportivo.

Per quanto riguarda, invece, il numero dei break consentiti, è evidente che un conto è la partita di calcio, per la quale l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha specificamente previsto un numero massimo di 6 minispot, un conto sono i c.d. sport di lunga durata (Moto GP, Formula Uno), per i quali unico criterio da rispettare, al fine di trasmettere uno o più messaggi pubblicitari, è quello del periodo di 20 minuti tra la fine di una interruzione pubblicitaria e l’inizio di quella successiva. E Italia Uno ha rispettato questo criterio. – (riproduzione riservata)