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Multa da 22 milioni di sterline per i club inglesi aderenti alla European Super League

(di Guido Paolo De Felice) – Sembra essere definitivamente giunta ad un epilogo la fuga in avanti delle cosiddette “big six” della Premier League che lo scorso mese di aprile decisero, insieme ad altri club europei, di dare vita al progetto, poi sfumato, di una European Super League.

Nello specifico, le squadre coinvolte furono Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham, le quali dovettero ritirarsi dopo neanche 72 ore tra le vibranti proteste dei tifosi e l’opposizione di Premier League, UEFA, Fifa e persino del governo britannico.

A tal proposito, lo scorso 9 giugno, una dichiarazione congiunta della Premier League e della Football Association ha affermato che i sei club si sono scusati con i propri tifosi e con le altre squadre della massima serie e hanno accettato di sostenere delle modifiche regolamentari volte a prevenire qualsiasi nuovo tentativo formare una tale competizione.

In base all’accordo raggiunto, i club in questione dovranno sostenere un pagamento combinato di 22 milioni di sterline inglesi (31 milioni di dollari statunitensi) per sostenere i programmi di incoraggiamento e sviluppo del calcio di base e programmi comunitari come parte del nuovo accordo.

Inoltre, è stato ratificato che qualsiasi altro club, che tentasse una mossa del genere in futuro, subirebbe una penalizzazione in classifica di 30 punti. Se, invece, fosse nuovamente una delle “big six” ad effettuare un tentativo simile, oltre alla penalizzazione, dovrebbe affrontare anche un’ulteriore multa da 25 milioni di sterline.

È probabile, inoltre, che ci sarà un’ulteriore discussione sulla realizzazione di una nuova Carta dei proprietari della Premier League, progettata per codificare le responsabilità degli stessi come “custodi” dei loro club.

Nell’immediato, ai rappresentanti delle “big six” era già stato chiesto di dimettersi dalle loro posizioni in vari gruppi di lavoro della Premier League, ed è inteso che al momento i dirigenti di queste squadre rimarranno fuori da quei comitati.

Julian Knight, deputato conservatore che presiede il comitato Digital, Culture, Media e Sport, ha dichiarato: “Questo accordo dimostra quanto ciò che è accaduto sia stato un disastro in termini di pubbliche relazioni. È stato evidente a tutti come i presunti “padroni” dell’universo calcistico non siano in realtà altro che semplici dilettanti.”

“Mi piacerebbe pensare – conclude Knight – che una volta usciti da questa situazione imbarazzante, vedremo un calcio più equo e con più soldi che possano fluire anche verso la base della piramide calcistica.”

L’accordo raggiunto in Premier League fa seguito ad uno simile concluso recentemente tra nove dei 12 club fondatori della Super League e l’organo di governo del calcio europeo, l’Uefa.

Sono infatti ancora tre i club che non hanno rinunciato definitivamente all’idea della Super League: Real Madrid, Barcellona e Juventus.

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Redazione

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