«Naming Rights», gli introiti pubblicitari che fanno la differenza
(di Gregorio Scaglioli) – Lo stadio di proprietà rappresenta un elemento imprescindibile di crescita per le squadre moderne sia in termini economici che di visibilità internazionale, e spesso può costituire il confine tra un’ottima squadra e un top-team a livello mondiale. La società statunitense di consulenza “Duff & Phelps” ha redatto una speciale classifica basata sul «naming rights» (letteralmente «diritti di denominazione», cioè una forma di pubblicità derivata dall’acquisto del diritto da parte di una società di nominare una struttura, in questo caso uno stadio) che vede Barcellona, Real Madrid e Manchester United sul podio: le due squadre spagnole guadagnerebbero 36,5 milioni di euro a stagione per la cessione dei diritti di denominazione mentre l’Old Trafford potrebbe portare 30,5 milioni di euro annuali nelle casse dei Red Devils.
Nella top-ten dominano le squadre inglesi (le cosiddette Big Six cioè le due squadre di Manchester, Tottenham, Liverpool, Chelsea ed Arsenal) ma il paese europeo con il maggior n° di stadi sponsorizzati è la Germania (80%); la prima squadra italiana è la Juventus che potrebbe guadagnare fino a 18 milioni di euro, nonostante questa pratica pubblicitaria fatichi ad attecchire in paesi come Italia, Spagna o Francia in cui la tradizione vuole che gli stadi vengano intitolati ad ex Presidenti o membri della squadra.
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