NBA, tensione fra federazione e giocatori: rischio taglio stipendi pari al 75%
(di Marco D’Avenia) – La NBA e la NBPA (“National Basketball Players Association”) sono sull’orlo di una crisi di nervi, dopo che gli introiti per la stagione 2020/2021 sono stati stimati al ribasso. Tutto ruota attorno al BRI (“Basketball related incomes”, cioè gli incassi complessivi), che, quest’anno, secondo il commissario NBA Adam Silver, non supererà gli 8 miliardi di dollari. La metà (dal 49 al 51%) di questo denaro è destinata ai giocatori delle 30 squadre iscritte al campionato, anche perché le arene sono vuote e si prevedono buchi nei bilanci senza precedenti.
In sintesi, ogni squadra del circuito NBA riceve 1/30 della metà degli ricavi complessivi (diritti tv, sponsorizzazioni, biglietti e abbonamenti, ecc…). In considerazione del fatto che il pubblico non assisterà, almeno al momento, alle gare, è previsto un calo del BRI del 12% rispetto alle previsioni e questo potrebbe avere ripercussioni serie sulle buste paga degli atleti.
Michele Roberts, direttore esecutivo dell’associazione che tutela i diritti dei giocatori (NBPA), ha dichiarato ai microfoni di “The Athetic“: “Non dobbiamo girarci attorno: le arene fruttano molti ricavi per le società e senza questi soldi rischia di mancare il 40% sui bilanci”.
Inoltre l’NBA, che, rispettando la contrattazione collettiva coi cestisti, preleva il 10% da ogni stipendio, tuttavia, secondo Forbes, per arginare le perdite causate dal Covid, ha iniziato, da maggio, a trattenere addirittura il 25%, creando tensioni tra gli atleti. Le perdite subite dal sistema dall’11 marzo (data in cui il tampone di Rudy Gobert – Utah Jazz – è risultato positivo e si è sospeso il campionat)o, ammontano a un miliardo e mezzo di dollari.
Nonostante ciò la NBA e l’associazione giocatori potrebbero sedersi al tavolo delle trattative per evitare che il budget per gli stipendi assegnato a ogni squadra crolli del 75%, passando da 115 a 30 milioni di dollari. Sempre secondo Forbes infatti sarebbero in corso una serie di incontri per scongiurare proprio questo tracollo e permettere che le 82 partite di regular season possano prendere il via come previsto, ossia
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