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Nuoto – United colors of swimming. E’ boom del fattore colore

(da Swimbiz.it) Colore. C’è bisogno di tanto colore per la nuova X generation del nuoto. E non solo viste le dinamiche sperimentate nel circus dal contributo di migliaia di appassionati e master, soprattutto questi ultimi grande motore in termini di numeri ( più 10 per cento su base annua che frequenta da agonista le piscine a tutte le età). Se il mondo del tecnico cerca nel design da competizione il colore e l’idea in temi di ultratessuti , specie nelle ultime collezioni presenti sul blocco di partenza Mondiale,le aziende devono intercettare sempre più il trend che impone colore e creatività in un fenomeno dai contorni sempre più di massa.Se il colore è ormai il tema dominante della community del nuoto, basta poco per capire per esempio le scelte di giovani creativi come Debora Silvestro, ceo di Boneswimmer, che, nel segmento (intercettatissimo) del costume “da riscaldamento” e spendibile anche da beachwear, ha inserito la personalizzazione estrema. Modello fatti il costume , il capo che racconta di te, che contiene te nuotatore con tanta creatività aggiunta, e colore appunto. Ma sempre con il marchio a contestualizzarne la provenienza e l’appartenenza al variegato, sempre più, mondo del nuoto. Così come le cuffie, oggetto ormai cult, sviscerato da molte piccole e medie aziende fuori dai canoni competitivi, e gli occhialini terreno di sperimentazione continua. Le icone? I nuotatori top ( certo non tutti, perché non tutti sono icone) sempre più legati all’immagine e al prodotto. Ecco se il nuoto nuotato è già un multicolor di passioni e di abbigliamento, le aziende di settore non devono perdere questo arcobaleno di opportunità. Con una parola d’ordine a seguire che deve contenere raffinato design e tanta, tanta creatività 

L’attenta analisi del portale Swimbiz.it, dedicato all’economia del nuoto, sul tema delle evoluzioni del “colore”, come fattore vincente delle aziende del settore per uscire dalla crisi economica contingente. Servono nuove tendenze, nuovi studi sulle scelte in termine di casualwear da parte dei giovani, che sono sempre il faro cui le realtà dell’abbigliamento devono fare riferimento. Come è successo nel surf californiano, che, a distanza, di 50 anni, sforna ancora nuovi stili di vita e di abbigliamento (è il caso del boom del marchio Hollister sul mercato tricolore), anche nel nuoto serve una “viralizzazione” verso l’esterno, uscendo dal cloro delle piscine, per guidare gli stili dei giovani interessati al mondo dell’acqua e dello sport sano. 

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Marcel Vulpis

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