Punto e a Capo

Ogni maledetta domenica…

Doveva essere una ordinaria domenica di calcio, si è trasformata in una “banlieu” all’italiana nel segno del Dio pallone.
Fermo restando lo scoramento per la famiglia del giovane Gabriele Sandri (solo chi ha figli può capire cosa può voler dire piangere per loro) non si può neppure accettare che da questo evento possa essersi scatenata una vera e propria “sindrome cinese” calcistica.
Non si può assaltare il Coni, non si può assaltare due stazioni della Polizia di Stato, non si può attivare una caccia alla divisa o al giornalista di turno. E’ inquietante e vergognoso. C’è una violenza che cova sotto la cenere di cui avere paura.
Ormai il “morto” da calcio è il salvacondotto per fare ciò che si vuole. Non è possibile che avvengano questi fatti in un Paese che si dichiara “civile”; non è possibile che il ministro degli Interni accetti uno stato di cose di questo tipo. Non è possibile che la Lega e la Figc non abbiano cercato di fermare il campionato (cosa ancora aspettate per farlo? un altro morto?), non è possibile sparare ad altezza uomo in un Autogrill con il rischio di colpire anche bambini o altri innocenti (ma che gente indossa attualmente la divisa?).
Insomma non c’è una cosa che giri a dovere. Adesso il governo e la Polizia dovranno prendersi le loro responsabilità. Punire o sospendere chi ha tolto la vita a un ragazzo, ma anche fermare una volta per tutte la violenza presente nelle nostre città (o negli stadi la domenica). E’ un imperativo categorico.
Ultima nota: ma che informazione giornalistica esiste in Italia? Come hanno fatto i nostri cronisti in pochi minuti ad accertare che la lite a “Badia al Pino” sia scaturita esclusivamente per motivi calcistici?
Non sono anche i mezzi di informazione colpevoli, in quota parte, di ciò che è successo ieri? Facciamoci tutti un bell’esame di coscienza. Forse è il caso.

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Marcel Vulpis

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