Olimpiadi 2016: Roma vs Milano…la solita lotta fratricida
Ancora una volta Roma sfida Milano, ancora una volta ci giochiamo la carta olimpica in una lotta fratricida. Ancora una volta i sindaci delle due rispettive metropoli si affronteranno per strappare il prezioso lasciappare di “sfidante ufficiale”. In gioco ci sono le Olimpiadi del 2016, dopo che Londra (nel 2012) avrà lasciato il
testimone ideale ad una nuova host-city a cinque cerchi.
Come Sporteconomy.it, rimarchiamo la mancanza di una comune strategia, oltre che di una comunione d’intenti. Non ha senso, infatti, lottare per un posto nazionale e arrivare sfiniti alla
competizione internazionale. Ormai le candidature preolimpiche sono un’opportunità per attirare l’attenzione del Mondo sulla municipalità di turno. Pur perdendo (si veda il caso di Parigi
2012) si raggiungono livelli di visibilità record. Meglio ancora se si riesce a vincere (come nel caso del comitato di Londra 2012). Ma proprio Londra ha dimostrato con chiarezza che per vincere c’è bisogno di un team vincente guidato da un personaggio-icona (come nel caso di Sebastian Coe).
Quale sarebbe l’uomo o la donna senza macchia e senza peccato e dal passato glorioso da mettere sul piatto della bilancia tricolore?.
Sinceramente non lo vediamo, visto che alla fine della carriera sportiva anche i grandi campioni nostrani spariscono nel nulla o si adattano a ruoli non primari (seppur pagati bene). Contenti
loro!. A dimostrazione che questa nuova sfida è solo un gioco o affare politico per coloro che ci governano è sufficiente leggere i principali giornali sportivi. Ormai non è la candidatura di Roma e Milano, ma la sfida dei sindaci Veltroni (Roma) e Albertini (Milano).
Finirà come al solito. Si scanneranno per poter presentare la candidatura di turno e saranno infilati dalla “carneade” di turno (come nel caso della Grecia nel 2000 per i Giochi del 2004), che avrà lavorato meglio a livello diplomatico. Per la cronaca l’Italia è la nazione europea con il minor numero di membri Cio. Anche questo elemento dovrebbe far riflettere su come siamo poco amati in ambito internazionale.
Non sarebbe più semplice puntare su un fronte comune (Roma appoggiata da Milano o viceversa), dimostrando di essere un solo progetto nazionale? E’ così difficile da capire?. C’è poi da considerare che è molto probabile che nel 2016 (dopo la vittoria di Londra nel 2012) vinca una candidata asiatica o americana. Sarebbe più logico, infatti, puntare ad una comune candidatura, ma per i Giochi del 2020. Ma si sa in quest’Italia stile “guelfi contro
ghibellini” la cosa più logica è proprio quella scartata a priori.
Per cui avanti con la lotta fratricida Roma vs Milano, prima di prendere un’altra porzione di schiaffi in seno all’assemblea internazionale del C.i.o.
* direttore di Sporteconomy.it
No Comment