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Olimpiadi 2020 – Vulpis: “Giusta la scelta del Coni. Per vincere serve compattezzaâ€?

L’elezione di Roma e la conseguente bocciatura di Venezia aveva scatenato le ire del sindaco Orsoni, del presidente del comitato organizzatore Fantini e di tutta la classe dirigente veneta. “E’ una scelta politica” aveva tuonato l’ex primo cittadino di Venezia, Massimo Cacciari. Ancor più polemico il commento del governatore Zaia, che aveva promesso un’analisi attenta e severissima della relazione stilata dal Coni. Per la candidatura della Capitale si apre adesso un duro lavoro lungo 3 anni: nel 2013 spetterà al Comitato olimpico internazionale la scelta della città ospitante. La corsa si preannuncia ostica ma il presidente Petrucci ha subito chiarito che l’unico obiettivo possibile è quello di riportare le Olimpiadi nel nostro Paese, sessant’anni dopo gli indimenticabili Giochi del 1960. Quali sono i motivi che hanno spinto il Coni a preferire Roma, quali i costi preventivati del progetto, quali le possibilità di un candidatura compatta del nostro Paese, quali le reali chances che la Capitale vinca la competizione? A queste domande ha cercato di dare una risposta Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy.it. “Tecnicamente – spiega Vulpis – il progetto di Venezia non ha raggiunto la soglia minima prevista dal Cio, mentre la proposta di Roma ha raccolto quasi il massimo dei voti. A quel punto la scelta del Comitato olimpico nazionale era obbligata. Ma nonostante tutto – precisa il direttore di Sporteconomy – il Coni ha comunque chiesto il parere del Consiglio, che si è schierato compatto a sostegno della Capitale: 68 voti favorevoli, 1 astenuto e 1 contrario”. Chiediamo a Vulpis il perché di tante polemiche: “Era inevitabile che un partito territoriale come la Lega si schierasse al fianco di Venezia. Se però ne facciamo una questione meramente sportiva, non ci potevano essere dubbi fra le due concorrenti, e giustamente è stata preferita Roma”. I dubbi che la storia del 1997 possa ripetersi sono molto forti: anche allora, la candidatura della Capitale non fu appoggiata da tutto il mondo politico italiano e Roma venne sconfitta sul filo di lana da Atene. “La compattezza è fondamentale agli occhi del Cio. Per questo motivo, sarà importante mettere in moto la diplomazia e avere il supporto di tutti, magari rendendo possibile l’organizzazione nel Veneto di altre competizioni internazionali. Ma si tratta di un lavoro diplomatico e politico che deve necessariamente partire da Gianni Letta”. Vulpis ha poi voluto sottolineare che un parametro molto considerato dal Cio è l’appoggio della stessa comunità cittadina alla candidatura olimpica. “Anche in questo, la percentuale di Roma era superiore a quella di Venezia. Non è certo il motivo principale della scelta, anche in chiave futura, ma può comunque pesare in termini complessivi”. E’ vero, come sostengono da Venezia, che il Coni è romano-centrico e che la candidatura della Capitale non poteva perdere? “E’ molto facile – risponde Vulpis – per chi perde fare questo genere di considerazioni. Il 50% dei membri in Consiglio viene dal nord Italia. Poi, non è colpa di nessuno se il Coni ha sede a Roma, cioè nella capitale. Succede lo stesso in tutti gli altri Paesi del mondo. Ricordiamo che persino Mario Pescante, vice presidente del Comitato Olimpico internazionale, ha dato un parere molto netto in favore di Roma. E questo avrebbe dovuto stoppare le polemiche”. Quali sono le possibilità che Roma ospiti nel 2020 i Giochi olimpici? “Dipende sempre da chi si presenta. E’ chiaro che più alto è il numero delle candidate pesanti, minori le possibilità di vincere. Ma il progetto italiano ha comunque ottime chances di portate a casa le Olimpiadi”. Chiediamo al direttore di Sporteconomy.it quali sarebbero i costi complessivi dell’organizzazione. “Circa 10 miliardi di euro, 1 e mezzo di provenienza statale. Serviranno investimenti importanti per la costruzione di grandi opere, in particolare per snellire la viabilità e la mobilità della capitale. Non ci prendiamo in giro – sottolinea Vulpis – questo è uno dei difetti principali di Roma. Ed è proprio nella modernizzazione della metropolitana e dei trasporti che la città eterna si gioca la carta olimpica”. Ricordando le passate edizioni dei Giochi, Vulpis tiene a precisare che l’organizzazione delle Olimpiadi può rappresentare una grandissima opportunità di sviluppo ma costituisce una responsabilità per tutto il Paese. “L’impatto economico – dichiara Vulpis – interesserebbe l’Italia intera. Le imprese del nord e del sud ne potrebbero beneficiare per rimettere in moto l’economia. Ma ricordiamoci di Atene 2004: la comunità sta ancora pagando i debiti accumulati. E la crisi greca è stata accelerata proprio dalle Olimpiadi”. Chiediamo infine al direttore di Sporteconomy se sia possibile accontentare le richieste di Bossi, cioè organizzare i giochi acquatici a Venezia. “No – risponde secco Vulpis – è solo una boutade priva di senso. Una dichiarazione ad effetto che non porterà da nessuna parte”.

Fonte: agenziaitaliainforma.it  

La quiete dopo la tempesta. Sembrano essersi placate, almeno per il momento, le polemiche relative alla scelta del Coni per la candidatura italiana ai Giochi olimpici del 2020.

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Marcel Vulpis

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