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Olimpiadi – Il Giappone ci riprova per il 2020 con Nagashima e Nagasaki

Una candidatura congiunta di Hiroshima e Nagasaki per promuovere la pace nel mondo e il disarmo. Le due città giapponesi, rase al suolo dalle bombe atomiche sganciate dall’aviazione statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale, stanno unendo le forze per presentare la loro candidatura in occasione dei Giochi Olimpici del 2020.

Lo hanno annunciato in una conferenza stampa congiunta i sindaci di Hiroshima, Tadatoshi Akiba, e di Nagasaki, Tomihisa Taue.

"Noi ci battiamo per la proibizione delle armi nucleari nel mondo", ha spiegato Akiba, "e una nostra candidatura congiunta ai Giochi Olimpici darebbe un notevole impulso in tal senso", ha aggiunto. Secondo Taue questa "sarà una nuova sfida per le città bombardate dalle armi atomiche".

I sindaci delle due città colpite dall’atomica sono membri fondatori del movimento ‘Sindaci per la pace’, che ha promosso la campagna ‘Visione 2020’ per la messa al bando globale delle armi nucleari entro il 2020. La città di Hiroshima è stata vittima del primo bombardamento atomico il 6 agosto del 1945. Tre giorni più tardi, l’aviazione Usa sganciò una bomba al plutonio sulla città portuale di Nagasaki.

"Finora i Giochi sono stati organizzati solo da singole città, ospitandoli insieme ci impegnamo a proporre un nuovo modo di organizzarli". Le due città distano oltre 300 chilometri l’una dall’altra, ma secondo i rispettivi sindaci, Tadatoshi Akiba e Tomihisa Taue, questo non sarebbe un ostacolo grazie ai collegamenti aerei. Il Giappone si ripresenta, nove giorni dopo che Tokyo è stata bocciata per i Giochi del 2016, assegnati a Rio de Janeiro. Alle Olimpiadi del 2020 dovrebbe correre anche una candidata italiana (si parla di Roma o Venezia, tra le solite polemiche). Possibili anche proposte da India (Nuova Delhi), Turchia (Istanbul) e Ungheria (Budapest).

REGOLAMENTO CIO DICE "NO" – Ma la candidatura congiunta di Hiroshima e Nagasaki sembra bocciata in partenza dalla Carta Olimpica. L’articolo 34 della stessa Carta, al comma 1.3 recita infatti testualmente: "Nel caso in cui ci siano potenziali Città candidate nello stesso Paese agli stessi Giochi Olimpici, solo una Città potrà essere proposta, così come deciso dal rispettivo Comitato Olimpico Nazionale competente". Quindi o si candida una sola delle due città o la candidatura giapponese è destinata a non avere seguito. La regola non sembra lasciare scampo ai promotori giapponesi dell’iniziativa, ma chissà che, con tanto tempo a disposizione, il Cio non riesca a rivedere questa parte del proprio statuto. Anche perché i Giochi, di fatto vengono sistematicamente disputati in più località: si pensi alle recenti Olimpiadi cinesi, ma anche ai Giochi invernali di Torino (tra il capoluogo e il Sestrière, teatro dello sci alpino, ci sono 100 chilometri).

fonte: LaRepubblica

Una candidatura per promuovere la pace nel mondo. E’ questo il senso del progetto congiunto di Hiroshima e Nakgasaki per i Giochi del 2020. Ma già il CIO ha fatto sapere che il BID deve essere lanciato da una sola città.

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