Olimpiadi

Olimpiadi – Sponsor per le stelle di Pechino 2008

Il trionfo olimpico è sempre di più il trampolino di lancio per un futuro di soldi e successo. Anche se salire sul podio non basta. Bisogna avere il volto giusto. E una meravigliosa storia personale da Pechino La regina mondiale dei tuffi, Jingjing Guo, sprofonda con grazia in una piscina di Sprite. Poi riemerge e, sorridendo, dice: "Trasparente come un cristallo", che in cinese si dice proprio Jingjing. Guo, due ori ad Atene e già un oro a queste Olimpiadi, è una delle donne più famose del Paese, corteggiata, oltre che dalla Coca-Cola, da decine di società che hanno forti interessi in Asia. Lei avrebbe voluto ritirarsi nel 2004 per sfruttare la notorietà acquisita, ma la Federazione sportiva cinese non glielo permise. Dall’anno prossimo potrà dire addio a vent’anni di allentamenti e dedicarsi, oltre che al fidanzato, il nipote di un tycoon di Hong Kong, a sponsor e tv. L’oro olimpico è per molte star dello sport la garanzia di un futuro professionale e finanziario ben oltre i trent’anni, età in cui si avvicina la pensione sportiva. Al pari o forse ancora più delle dive internazionali, i campioni olimpici riescono a ispirare e trasformare le abitudini quotidiane di milioni di ragazzi su tre continenti. Un’influenza che, se ben gestita, può determinarne il futuro. La carriera post-pedana di un atleta comincia con le sponsorizzazioni e i servizi pubblicitari che, nel caso di colossi come Coca-Cola o Adidas, fruttano milioni di dollari, per poi passare alla moda, al cinema o alla televisione. In alcuni casi, perfino a business di successo. Liu Xuan, soprannominata ‘Bellezza Xuan’, ex campionessa della trave, a soli 27 anni è una star del piccolo schermo cinese. La campionessa olimpica americana Amanda Beart, oltre a vincere tre medaglie nel nuoto, sfila come modella, posa nuda per ‘Playboy’ e sta per lanciare una ditta di prodotti di bellezza con il suo nome. E non esclude una conduzione di programmi televisivi. Li Ning, il miglior ginnasta della storia cinese e tedoforo che ha acceso la fiamma olimpica, è diventato multimiliardario creando una marca di abbigliamento sportivo che compete con colossi come Adidas e Nike. Ma non tutti gli ori hanno lo stesso valore. Una medaglia nel tiro con l’arco o nel tiro al piattello, ad esempio, può valere, in termini di sponsorizzazioni e offerte di lavoro, un decimo di quella nel nuoto o nell’atletica, dove i contratti sono tutti almeno a sei zeri. Se il fenomeno Michael Phelps riuscisse a strappare il record di sette ori nella stessa olimpiade, potrebbe diventare uno degli atleti più pagati della storia. Chi vince i 100 metri dell’atletica viene strapagato nei meeting negli anni successivi e ha un fututo assicurato. Potrà capitare a Tyson Gay, Usa, o ai giamaicani Usain Bolt e Asafa Powell. Nei settori di nicchia gli sponsor sono pochi e specializzati. Spesso a garantire vita e carriera agli atleti sono le forze armate. fonte: L’Espresso

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Marcel Vulpis

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