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Paolo Barelli (FIN) rischia di non volare a RIO2016?

Dopo l’iniziale rapporto idilliaco tenuto nella prima fase dei Mondiali di nuoto di Roma2009, qualcosa si è rotto definitivamente nel rapporto tra Paolo Barelli e Giovanni Malagò (le ragioni di questa rottura non sono mai state rese note). Memorabile fu la conferenza stampa di chiusura evento nel 2009, dove, l’allora “semplice” presidente del CC Aniene, parlò di aver conosciuto tre “diversi” Barelli (con il presidente della FIN seduto accanto a lui impietrito ad ascoltarlo).

Il rendering della piscina del nuoto durante il Mondiale di Roma2009

Il rendering della piscina del nuoto durante il Mondiale di Roma2009

Poi, in quest’ultimo anno e mezzo, contestazioni giuridiche sempre più complesse da parte del CONI nei confronti della FIN, presieduta dallo stesso Barelli, e viceversa. Con querele di parte, atti davanti alla procura della Repubblica, e, adesso, anche la richiesta di decadenza di Barelli come presidente della FIN. Richiesta dalla quale chiaramente il numero 1 cercherà di “smarcarsi” in tutti i modi, puntando ad arrivare a Rio “incolume” e ad una elezione di rinnovo delle cariche, prima che determinate decisioni possano avere effetti negativi per la sua campagna elettorale. In casa FIN, molti addetti ai lavori, sostengono che Barelli abbia ancora altre frecce nell’arco per opporsi a questa decisione e che, comunque, venderà, nel senso letterale del termine, cara la pelle già prima di RIO2016.

DCF Legal ha cercato di spiegare in modo più approfondito l’intera questione, cercando di capire dove si andrà a finire, prima di Rio. C’è il rischio infatti che Barelli, in caso di decadenza, e successivo commissariamento, non possa neppure partire per seguire la spedizione azzurra (ben 35 atleti) in terra brasiliana.

Una immagine del Salone d'onore del CONI - Palazzo "H".

Una immagine del Salone d’onore del CONI – Palazzo “H”.

Un atto, quello della Giunta Coni, dal grande peso politico prima ancora che sportivo commentato sul sito di DCF Legal dall’avvocato Federica Ferrari.

Avvocato, che conseguenze può avere uno scontro di questo tipo?

“La questione presenta profili di particolare complessità e delicatezza, pertanto mi soffermerei solamente sulle conseguenze giuridiche di quanto sta accadendo. L’aspetto sicuramente più imminente è rappresentato, infatti, dalla decisione che dovrà assumere la Fin a seguito della intervenuta decisione del Coni”.

Barelli è accusato di abuso del diritto di tutelarsi e di abuso dello schermo federale. Può spiegarci di cosa si tratta?

“Per diritto di tutelarsi si intendono una serie di condotte che, seppur legittime, manifesterebbero la volontà del Presidente di arrecare danni a terzi. Lo schermo federale sta, invece, ad indicare un ragionamento piuttosto complesso che sinteticamente può essere riassunto in una serie di condotte dietro le quali si celano specifici interessi dei singoli”.

Questo tipo di tensioni possono influire anche sulla spedizione azzurra a Rio? Tra l’altro gli atleti del nuovo nuoto sono i più numerosi e dovrebbero garantire un buon numero di medaglie.

“Gli atleti che partecipano alle Olimpiadi hanno esperienza e capacità di gestire situazioni, anche complesse, per cui non credo una simile vicenda possa inficiare negativamente sui loro risultati”.

Non c’è il rischio che questa battaglia voluta fortemente da Malagò rischi di passare come un “capriccio” personale del presidente del Coni?

“Da un punto di vista giuridico tale assunto non può essere sostenuto. Si tratta di una votazione espressa dalla Giunta del Coni che ha liberamente deciso di assumere siffatta decisione che è quindi collegiale e non frutto della presa di posizione di un singolo soggetto”.

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