Pier Carlo Bottero (SEL) lancia la sfida, sul fronte fiscale, al colosso Dorna
Pier Carlo Bottero, ceo di SEL srl, società di logistica e trasporti specializzata per eventi sportivi, ha presentato un esposto/denuncia (il testo integrale è in possesso della nostra agenzia) a Fiscalia (l’equivalente in Spagna della nostra Agenzia delle Entrate) per presunta frode fiscale, estero-vestizione ed abuso di posizione dominante da parte della Dorna (titolare di tutti i diritti della MotoGP), società iberica con la quale ha intrattenuto relazioni di lavoro negli ultimi 18 anni. Ne abbiamo parlato con lui, già oggetto di un servizio molto approfondito sul quotidiano “Tuttosport” (nella foto) dove è stata illustrata la storia in esame.
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D: Dottor Bottero, perché questa denuncia?
R: Era da un pò di tempo che avevamo ravvisato una serie di elementi dal nostro punto di vista irregolari nell’esecuzione dei contratti operativi e marketing con Dorna e la loro società DWWFS, con sede in Olanda, dove la legislazione fiscale è più favorevole di quella spagnola.
Società, con la quale non abbiamo mai avuto rapporti diretti se non tramite il personale di Dorna, direttamente dalla Spagna. Un elemento quest’ultimo ,che, nell’ultimo periodo, ci ha fatto pensare che potesse essere una società utilizzata per ragioni fiscali. Una volta rappresentate le nostre rimostranze e perplessità, la Dorna (dopo una verifica legale interna) e dopo aver contestato ogni loro responsabilità, ci ha messo gentilmente alla porta a metà 2014. Certamente è legittima la scelta di non rinnovarci eventualmente il contratto, ma, nei fatti, ciò ha determinato non poche ripercussioni sulla nostra operatività. Nei contratti si scrive spesso che il mercato è libero e chiunque può eseguire qualunque attività, nella realtà la situazione è ben diversa. Ad esempio, quando era ormai certo che il contratto con la Dorna non sarebbe stato rinnovato – ma la SEL non poteva certo essere esclusa dai Servizi ai Team – è giunta una e-mail dall’IRTA (l’associazione che tutela gli interessi dei team), che ci ha bloccato, di fatto, nell’operatività.
D: Cosa si aspetta adesso?
R: Mi aspetto che le Autorità competenti provvedano ad accertare i fatti e se dovessero rilevare la sussistenza di profili di responsabilità della Dorna, che la stessa venga adeguatamente sanzionata. Certamente se tutti queste ipotesi venissero accertate come fatti, SEL avrà la possibilità di presentarsi in maniera certamente più tranquilla e serena sul libero mercato, soprattutto in questo specifico settore.
D: Ci può riassumere il contenuto di questo esposto?
R: Devo premettere che tutti gli aspetti tecnici sono stati trattati dal team di avvocati che seguono la società in Spagna, ma in sostanza ci sono due aspetti fondamentali:
Una sorta, secondo la nostra tesi accusatoria, di estero-vestizione. In pratica la Dorna ha creato, nel 2004, una società (la DWWFS),, una struttura nata solo per gestire le operazioni di Cargo, caricandosi i costi passivi, ovvero i contratti dei charter aerei, che servivano per gestire il trasporto del campionato, ma, in effetti, tutto veniva gestito da personale Dorna di Barcellona e Madrid. Anche le trattative erano fatte in nome e per conto di DWWFS, ma effettivamente “operate” da Dorna. La finalità potrebbe essere quella di generare vantaggi fiscali o economici riferiti al bilancio. Questo chiaramente dovrà essere accertato dalle Autorità spagnole competenti e non spetta a noi dare un giudizio in merito. Non meno importante, inoltre, il profilo relativo ad una ipotesi di abuso di posizione dominante. Dorna, secondo la nostra denuncia, imporrebbe prezzi, condizioni, carrier, tempistiche, a tutti i team, applicando dei ricarichi sui KGS, che sono di competenza dei team. In un contesto simile, mi creda, è difficile ritagliarsi spazi per poter presentare servizi competitivi ed alternativi.
D: Si spieghi meglio….
R: Dorna compra i servizi charter, organizza i camion e l’handling in circuito, che è sempre a carico dell’organizzatore ed applica un markup molto elevato.
D: E voi sareste più competitivi?
R: Sì, certo, a parità di costi, credo che chiunque sarebbe competitivo e noi potremmo lavorare con un margine del 20/25% non del 100%, come spesso avviene, e dare un ottimo servizio ai team.
D: E come vi siete accorti di queste presunte irregolarità?
R: Non è stato affatto semplice. Si tratta di un puzzle complesso, che ha preso forma nel corso del tempo. Da quando siamo parte del gruppo Arcese, per policy aziendale, facciamo controllare al nostro ufficio legale interno (ed anche con la consulenza di professionisti esterni) i contratti. Solo quando sono stati messi insieme gli aspetti operativi ed esecutivi dei contratti (e la difformità tra quanto previsto nelle clausole) si è iniziato ad approfondire i diversi temi. Tra l’altro, abbiamo dovuto confrontarci con esperti del settore Antitrust e con esperti in materia fiscale. Non è stato un lavoro semplice. In più Dorna, a fronte delle nostre perplessità, ci ha sempre rassicurato sulla bontà della gestione, ma più si approfondiva più ci rendavamo conto che la nostra posizione era totalmente diversa da quella della struttura iberica. Dopo un paio di confronti, nel corso del 2014, dove abbiamo espresso tutte le nostre perplessità, tra l’altro, ci hanno praticamente liquidato.
D: E adesso ?
R: Adesso la Dorna ha un accordo con un vettore di trasporto internazionale (tra i principali player di mercato, ndr), e, a quanto ci risulta, continuano ad utilizzare questo stesso sistema di cui ho parlato. Pertanto credo che nulla sia cambiato.
Adesso chiaramente si attende la risposta ufficiale della Dorna su queste contestazioni avvenute a firma di SEL srl.
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