Pogliese (sindaco di Catania) scende in campo a sostegno (un po’ troppo) del club etneo
(di Marcel Vulpis) – Ogni giorno nel mondo del calcio ce n’è una. E’ notizia di ieri, per esempio, che Salvo Pogliese, neo sindaco di Catania (dal 18 giugno di quest’anno), avrebbe dato mandato all’avvocatura comunale “per intraprendere ogni iniziativa legale a sostegno del ricorso promosso davanti al Tar del Lazio da propri cittadini abbonati, contro le non condivisibili decisioni assunte dalla Figc e dalla Lega professionisti, laddove, nella formazione del calendario di serie B 2018/2019, non ha disposto modalità per la sua integrazione a completare l’organico, escludendo illegittimamente il Catania dalla partecipazione al campionato“.
All’udienza del 13 settembre davanti al TAR del Lazio, per la trattazione della domanda cautelare urgente avanzata da alcuni abbonati, il comune di Catania inoltre vorrebbe intervenire “a difesa degli interessi della comunità calcistica catanese e al fine di ottenere una corretta e legittima formazione del calendario per il campionato di B. L’azione legale che abbiamo intrapreso è un atto di concreto sostegno all’iniziativa dei nostri concittadini abbonati e della società del Catania per avere quello che ci spetta, la serie B“.
Alcune considerazioni: la politica deve restare fuori dalla “porta” dello sport (soprattutto se parliamo di calcio) e mai influenzarne il funzionamento. Ogni volta che è entrata in tackle, ha creato danni incalcolabili (vogliamo ricordare per esempio gli effetti del decreto “spalma debiti” di alcuni fa?). E poi questa iniziativa non solo è una chiara ingerenza, ma è un precedente in grado, purtroppo, scatenare gli animi dei tifosi (non ci dimentichiamo infatti che non più tardi del 13 agosto il presidente della Lega, Mauro Balata, ha ricevuto una serie di offese inquietanti). Il tutto è attualmente al vaglio della Digos e della Polizia Postale.
I sindaci devono pensare al bene della collettività, non diventare loro stessi ultras di questa o quella squadra di calcio. Ecco perché chiediamo al primo cittadino di Catania di fare un passo indietro e di non trasformarsi in un “tifoso della domenica”. Sono previsti dei regolamenti, esistono enti preposti a regolare questa materia, perché mai adire le vie legali, come se già si fosse concretizzato un danno certo nei confronti del Catania calcio? Sara, eventualmente, l’AD del Catania a difendersi, se dovesse ravvisare torti/danni, nelle sedi previste.
Ci sembra un comportamento “populista” che non porta alcun beneficio, né al Catania calcio, nello specifico, né all’immagine, ormai martoriata, del mondo del pallone. L’invito è che il sindaco indossi nel futuro più gli abiti “mediatore” che i panni dell'”ultras”. Speriamo ci ascolti!
Certamente speriamo di non leggere più frasi come queste, signor Sindaco da lei pubblicate di recente su Facebook. Possiamo comprendere la sua forte passione per la squadra, ma sempre nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti.
“…Quello realizzato dalla Lega Serie B con la complicità omissiva della FIGC è il delitto perfetto del calcio italiano. La credibilità del governo dello sport più amato dagli italiani ha toccato in fondo, trascinata nell’abisso dall’arroganza di chi si crede di esserne il proprietario. Ieri si è consumato un totale sfregio delle regole, del diritto e del buon senso, mortificando la passione di tutti coloro i quali continuano a credere che il calcio sia quello che si gioca negli stadi, ciascuno indossando la propria maglia e sventolando la propria bandiera.
Tutto ciò non può restare impunito. Il governo nazionale deve farsi carico della tutela del calcio, la cui gestione non può essere lasciata nelle mani di avventurieri senza morale e pusillanimi senza coraggio. Pertanto chiederò al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che ha la delega allo sport, di intervenire con i suoi poteri di vigilanza sui vertici della FIGC.” (dal profilo personale del sindaco di Catania su Facebook).
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