Politica – Pisanu (Min.dell’Interno): “…Sono pronto a chiudere gli stadi a rischio”

“…Sono pronto a chiudere gli stadi a rischio per fermare la violenza negli stadi”. Con queste parole Giuseppe Pisanu (ministro dell’Interno) è intervenuto duramente dopo gli scontri che hanno visto 85 unità delle forze dell’ordine finire all’ospedale, domenica scorsa, a causa degli scontri con le tifoserie ultras, in diversi stadi di calcio italiani.”Un bollettino di guerra, più che il resoconto di una giornata di sport”, ha continuato Pisanu. “Chiedo maggior rigore soprattutto alla giustizia sportiva e alle società di calcio. Sono indignato per quanto avvenuto domenica scorsa. Gruppi di facinorosi annidati tra gli sportivi hanno aggredito vigliaccamente poliziotti e carabinieri presenti in alcuni stadi di calcio…E’ tempo che ciascuno faccia la sua parte. A mali estremi estremi rimedi. Se necessario arriveremo anche a partite a porte chiuse e al blocco degli stadi considerati violenti. L’incolumità delle forze dell’ordine vale più di una partita di pallone”.Le parole di Pisanu si commentano da sole. Certamente viene da sorridere, se il quadro del ministro dell’Interno è veritiero (e non abbiamo motivi per pensare per credere il contrario), al progetto di Carraro: nuovi stadi di calcio per Euro 2012 “senza barriere”. Tradotto in italiano: i tifosi avrebbero la possibilità, come in Inghilterra, di arrivare perfino a toccare i giocatori. Se non verranno trovate delle soluzioni reali rischiamo, ancora una volta, di veder fallire un’opportunità di rilancio dell’immagine del nostro Paese.Come è successo nel caso del merchandising molti club di calcio (anche blasonati) sono arrivati a compromessi con gli ambulanti (fuori dello stadio) per contenere il fenomeno dilagante dei “falsi”.Ci chiediamo: perchè le società non arrivano ad inquadrare una parte di questi “ultras” come servizio di sicurezza interno?. In Inghilterra è già successo e nessuno grida allo scandalo. Questi ragazzi avrebbero modo di impegnarsi in un lavoro dignitoso e di dimostrare che non sono così cattivi come si vuole dipingerli. Trattarli da “feccia della società” non serve a nessuno. L’unica strada è arrivare ad una “sanatoria” cercando un compromesso dignitoso per tutti. Sicuramente la soluzione non è la continua guerriglia con le forze dell’ordine, con un costo per la collettività di diversi milioni di euro su base annua. Il problema è sociale, prima ancora che politico. Le croci uncinate o il simbolo della falce e martello sono le facce della stessa medaglia. Ma se non si arriva a scendere in campo concretamente per trovare una soluzione al prossimo Lazio-Livorno (o viceversa) vedremo sempre le stesse scene. Ed è un peccato per l’immagine del nostro Paese, oltre che un dispendio inutile di risorse finanziarie ed umane.

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Marcel Vulpis

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