Portogallo campione d’Europa 2016. Da underdog a big team
(di Marcel Vulpis) – La favola del calcio è anche questa: una squadra (Portogallo) portata in finale come vittima sacrificale supera, a sorpresa, la Francia padrona di casa. Da underdog a big team in una sola notte. Il tutto poi aggravato dall’uscita repentina, nel primo tempo, dal rettangolo di gioco di Cristiano Ronaldo (per un problema muscolare).
CR7, poi, che, negli ultimi minuti del secondo tempo supplementare, dopo il gol del collega Eder (al 103°), diventa l’avatar (non richiesto) del suo allenatore, quasi andando, in alcuni casi, a recargli fastidio, mentre dà ai suoi giocatori le ultime indicazioni prima delle celebrazioni di rito.
Il calcio lusitano è una scuola non solo antica e di alto livello, ma anche molto “tattica”, con campioni eccelsi, che si sono avvicendati dal Dopoguerra ad oggi (Eusebio, Figo, Rui Costa e poi Cristiano Ronaldo). Adesso, dopo tanta sfortuna, C.Ronaldo si riprende, in una notte, il titolo calcistico che gli mancava (dopo esserci arrivato vicino nella finale casalinga persa con la sorpresa Grecia). Ma il tempo è sempre galantuomo e stasera a Saint-Denis il capitano del Portogallo ha fatto pace con la dea bendata. Con questa vittoria C.Ronaldo è in pole position per la conquista a fine anno del Pallone d’Oro 2016. Dopo questo trionfo e quello altrettanto importante della Champions league l’asso portoghese non ha più rivali (l’unico poteva essere stasera Antoine Griezmann, ma non era evidentemente la sua serata). Felice insieme a CR7 è anche la Nike, sponsor tecnico di entrambi le nazionali, ma soprattutto dell’asso del Real Madrid.
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