Post Rio Malagò al lavoro per “reinventare” il mondo delle federazioni olimpiche
(di Gianni Bondini* e Marcel Vulpis) – Fuochi di artificio ieri al Palazzo “H” al CONI, dove un Giovanni Malagò molto “ispirato” ha parlato del sistema sportivo italiano mettendolo a confronto con quello del Regno Unito (Gran Bretagna e Irlanda del Nord) considerato da molti un benchmark, non solo per il numero di medaglie vinte, ma soprattutto per il sistema di “finanziamento” delle diverse federazioni olimpiche UK. Dove i contributi arrivano solo a chi può fare (e farà) risultato. Difatti a Londra sono tornati col secondo posto nel medagliere, solo dietro a Stati Uniti con 67 medaglie di cui 27 d’oro.
Malagò, però, ha fatto il buono; dice di non poterlo fare perché bisogna pensare allo “sport sociale”, ma attenti dopo alla rielezione alla presidenza di Malagò a marzo 2017. Potrebbe decidere di rifondare totalmente il sistema di finanziamento. Promette di voler essere vicino a tutte le federazioni olimpiche, quasi di accompagnarle, ma poi dovranno arrivare i risultati. E il campo non mente mai: messaggio più che subliminale ai presidenti delle federazioni ai cinque cerchi. Devono svegliarsi. Se ciò non dovesse avvenire il risveglio potrebbe essere amaro. Intanto si gode il 9° posto tra le 207 nazionali olimpiche presenti a Rio.
Dato il via, il parlamento dello sport (247ima assemblea) è filato via iiscio. E il vicesegretario generale e capo delegazione olimpica, Carlo Mornati ha presentato un interessante report sui numeri della spedizione #ItaliaTeam.
Commenti positivi anche su “Casa Italia” esaltata dalle altre delegazioni olimpiche e dagli sponsor, che hanno portato 18 milioni nelle casse della struttura ideata e messa in piedi da Diego Nepi (nella foto), già reduce dai successi degli Internazionali di tennis e dal Golden Gala di atletica. Ieri standing ovation per il manager capitolino sia da parte dei presidenti federali, che in fondo alla sala da parte della stessa stampa sportiva.
La sintesi della partecipazione azzurra a Rio: ventotto medaglie, nei primi dieci paesi su 207.: 173 atleti (tra sport individuali e di squadra) sono andati in finale e di questi in 69 sono andati a medaglia, pari al 55% e altri 57 atleti si sono piazzati tra i primi 8.
Querelle Roma2024: Malagò, intelligentemente non cambia la città candidata. Sia il direttorio dei 5Stelle ad assumersi di dire “NO” a Roma a cinque cerchi, fregandosene dei posti di lavoro, del prestigio, del turismo sportivo e tutto senza nessun costo per i romani, che sicuramente avrebbero meno buche sulle starde, una città più pulita e belle entrate nel commercio e in quasi tutti glia ltri comparti economici. E, giura Malagò, senza spese per altri impianti e con un Villaggio Olimpico da mettere a disposizione per abitazioni a prezi popolari. Come fece Onesti nel 1960. Ma il grande rinnovatore dello sport italiano non voleva criticare Grillo e il direttorio, che farebbe sicuramente ridere Paul Barras e gli membri del direttorio post rivoluzione francese, quello dei 5Stelle più che altro è un “dilettantoio” e allo sbaraglio.
A margine, Renato Di Rocco , presidente del Ciclismo, con medaglie importanti di ritorno dal Brasile, subentra a Paolo Barelli, come membro di Giunta, E siamo in attesa delle prossima puntata del giudizio definitivo su questa vicenda. Nel Medioevo avrebbero proposto “l’Ordalia”, cioè camminare sui carboni ardenti e chi aveva inceneriti i piedi aveva torto. Non sarebbe un’idea?
- giornalista e scrittore sportivo romano
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