Prima la querelle Barelli, poi il caso Raggi in vista di Roma2024. Non c’è pace al CONI
(di Gianni Bondini) – “Virginia” , con cognomi diversi, è un nome di battesimo che compare sotto degli atti destinati a turbare il futuro del Coni.
Virginia Raggi è la sindaco 5Stelle che non ha (finora) alcuna intenzione di firmare la candidatura di Roma per l’Olimpiade del 2024.
La professoressa Virginia Zambrano è la presidente della V sezione Consultiva (che emette pareri) del Collegio di Garanzia del Coni che si è espressa a favore della decadenza di Paolo Barelli da presidente del Nuoto (FIN), dando tempo fino al 21 luglio, per la decisione inappellabile del Garante dell’Etica, professor Corrado Calabrò.
La decisione sembra scontatissima, dopo che al Giunta Nazionale del Coni ha già detto “sì” alla decadenza di Barelli, col voto contrario di Giancarlo Abete e dell’astensione del rettore Fabio Pigozzi.
Con la sindaco Raggi sicuramente preoccupata di non fare la fine del suo collega di Parma Federico Pizzarotti, messo al’indice dal Direttorio per aver agito di testa sua. E con la Sezione Consultiva della professoressa Zambrano, che già si è sbilanciata per l’espulsione del presidente del Nuoto Barelli.
Credo ci siano permesse delle riflessioni, perché ciascuno esprime il suo parere, in democrazia.
Ci rifacciamo ai versi di un poeta, Fabrizio De André, “il mondo si divide tra vincitori e vinti. Dove i primi sono tre e i secondi sono miliardi”. Non sarebbe più giusto che vincitori e vinti fossero solo nelle gare e che invece per il resto ci fossero soltanto partecipanti?
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