Progettualità, comunicazione digitale e relazioni costanti con le fan base per ripartire
L’emergenza Coronavirus ha generato un forte contraccolpo nel mondo dello sport, ma proprio questo settore industriale è uno dei primi ad aver reagito, nonostante gli stop forzati dei campionati a livello professionistico e dilettantistico. Lo slittamento delle date, il blocco degli allenamenti per gli atleti, l’incertezza soprattutto sui grandi eventi (dal football ai motori, passando per l’atletica e il tennis) ha creato sconcerto tra gli operatori. Ma, a distanza di due settimane dai primi provvedimenti governativi, già si pensa al futuro in un’ottica positiva di progettualità.
In tempi di crisi pertanto diventa fondamentale, per non dire obbligatorio” cambiare strategia. E restare fermi si trasforma in una ulteriore perdita.
“Da un lato è necessario limitare i danni per annullamenti di eventi o rapporti contrattuali (in molti casi gli organizzatori, soprattutto di profilo internazionale, si assicurano proprio per tutelarsi da cause di forza maggiore, nda), dall’altro bisogna continuare ad investire. Le crisi vanno viste anche come un opportunità di crescita. Sarebbe infatti un errore restare fermi senza reagire” ha spiegato Marco Mazzi, esperto di sport travel event management. “Praticamente un danno che si sommerebbe a quelli già procurati da questa emergenza sanitaria mondiale. I social media ad esempio sono un ottimo strumento proprio in questa fase per comunicare ottimizzando i tempi, riducendo i costi e riuscendo tra l’altro a restare a contatto con il proprio pubblico di riferimento. Questo può essere una prima attività da mettere in campo quando ci si trova di fronte ad eventi sportivi cancellati, per venire incontro alle esigenze di comunicazione e visibilità degli sponsor”.
La sfida è tenere “ingaggiato” la fan base (bacino di utenza), abituata a frequentare gli spalti di un impianto, anche in assenza della kermesse sportiva.
“Ritengo che oggi il trend della festivalizzazione, che rappresenta la coesione tra sport, comunità e territorio, è probabilmente la modalità migliore per generare profitto in un evento sportivo in assenza di supporti economici esterni . E’ altrettanto importante la creazione di una “fan engagement zone” continua. Non potendola attivare sotto il profilo pratico è possibile trasferirla a livello digitale. Ideando e pubblicando una serie di contenuti specifici da veicolare su Instagram, Facebook e Twitter, solo per citare i new media più popolari. Oltre a ciò si può lavorare, in attesa della nuova edizione dell’evento, sul progetto di un concorso con premi e benefit finali per i fan più coinvolti a livello social”, ha concluso Mazzi.
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