“Corrupciòn en la cùpula del fútbol”. Con questo sottotitolo parte l’analisi disarmante del quotidiano EL PAIS (ripresa da Skeetgp.com), che, lo scorso 19 luglio, ha raccontato, con dovizia di particolari, il caso di (presunta) corruzione, nel mondo del calcio, che ha portato all’arresto e/o al fermo di una decina di persone, a partire da Angel Marìa Villar, vice-presidente della FIFA, ma, soprattutto, presidente della RFEF, l’equivalente della Federcalcio italiana. Il caso in esame è partito da una inchiesta, che vede coinvolta, sotto il profilo investigativo, la Guardia Civil. Quest’ultima sta indagando su tre filoni di inchiesta: il cosiddetto Caso Haiti. con la presunzione di utilizzo di denaro pubblico (inizialmente previsto per aiutare Haiti dopo il terremoto) distratto dal progetto originale (finanziamenti internazionali della RFEF a favore dei Paesi in via di sviluppo). Poi, sempre Villar, avrebbe favorito, a livello fiscale, club di calcio come il Recreativo de Huelva e il Marino di Tenerife. Oltre a ciò avrebbe favorito una compravendita di voti, durante le ultime elezioni per la presidenza federale (Villar è il n.1 della Federcalcio iberica da ben 29 anni). La Fiscalia Anti-corrupciòn iberica vuole vederci chiaro, Secondo quanto risulta a SkeetGp.com è solo l’inizio di una serie di indagini nel mondo dello sport-business spagnolo, dove ci sarebbe più di qualche “ombra” soprattutto solo il profilo fiscale. C’è stata in generale una esplosione del mercato dello sport-business, ma questo non sempre è avvenuto nell’ottica dell’etica e del fair play. La scelta (anche politica) di colpire un super-presidente come Villar fa capire che è finita la pacchia. Diversi deputati del Parlamento spagnolo hanno dichiarato: “Nessuno in Spagna può considerarsi intoccabile. Chi non rispetta le norme di legge, rischia anche il carcere”. (fonte: SkeetGp.com)