Può una Lega di calcio piegarsi al volere di un solo dirigente? Lo strano caso della Lega B nuovo “amore” di Lotito
(di Marcel Vulpis) – Sinceramente rimango basito dal fatto che si vada ad una assemblea elettiva in Lega B in appena una settimana (il prossimo 25 marzo), solo perché il primo che si è candidato ufficialmente (Claudio Lotito) ha deciso di fare in questo modo. Per capirci un potenziale candidato avversario dovrebbe presentare una candidatura “seria” e professionale in appena 7 giorni (e lo stesso vale anche per Lotito chiaramente)? E’ normale tutto ciò? Secondo me no e soprattutto è un serio attentato a quel dibattito democratico che deve nascere per arrivare ad una assemblea elettiva, quale che sia il settore di riferimento.
La democrazia è partecipazione, è dibattito, è riflessione, è voglia di confrontarsi, non accontentare le mere ambizioni di un soggetto a danno di quelle di altri (ovvero i potenziali avversari in questa competizione elettorale).
Ci sono dei principii democratici che devono essere rispettati e questo vale per tutti anche per il presidente della Lazio e in questo editoriale parlo solo del tema “democrazia”, poi ci sono anche altri aspetti che non mi piacciono in questa storia (a partire dall’assoluta assenza di terzietà da parte del presidente biancoceleste), tutta ancora da capire.
Sarebbe democratico e rispettoso dell’assemblea elettiva della Lega B arrivare all’individuazione del nuovo presidente tra 30 gg e non tra appena 7, perché sarebbe interessante mettere a confronto più di un programma in modo da poter individuare il dirigente migliore tra tutti quelli possibili.
Qui mi sembra invece che ci siano 22 presidenti (in linea di principio) che si stiano piegando ad i voleri di uno solo (schiacciati da timori di natura economica per il futuro che verrà), che persegue, a torto o a ragione, una ambizione che sta superando i livelli di guardia.
Qui non è in ballo la nomina o meno di Claudio Lotito, ma la tutela di quei minimi principi democratici che sono insiti nella indizione di un’assemblea elettiva media.
Se accettiamo queste regole (imposte) da uno su molti, allora il calcio non è più un sistema democratico. Mi piacerebbe anche conoscere sul tema il “pensiero” del ministro dello Sport Luca Lotti, del presidente del CONI, Giovanni Malagò, del presidente della FIGC Carlo Tavecchio, del premier Paolo Gentiloni (perché il calcio è un fenomeno sociale a carattere pubblico), di Matteo Renzi, segretario uscente del principale partito di Governo e di Beppe Grillo, leader del movimento politico più importante (secondo i sondaggi) in Italia.
Insomma mi piacerebbe che nascesse su questa assemblea elettiva un dibattito il più partecipato possibile, prima di arrivare a individuare il “migliore”, non il più forte del momento (sempre che lo sia). Se non interpreteremo nel modo migliore questo difficile momento del calcio italiano, che passa anche attraverso l’elezione del nuovo presidente della Lega B (dove l’ex presidente Andrea Abodi si è distinto per un grande lavoro manageriale e non solo), il sistema calcio sarà sempre più debole.
Non tanto per l’eventuale elezione di Claudio Lotito (anche perché il blitz di ieri in Consiglio di Lega è finalizzato a chiudere questa partita per poi lanciarsi su quella di consigliere federale se non di più), ma per la totale assenza dei principi minimali di “democrazia”.
Adesso è il momento di capire chi ha veramente a cuore la crescita di questo sport amato da oltre 29 milioni di persone (mai rappresentate, neppure in modo minimale, nelle diverse componenti del calcio) e chi persegue solo ambizioni personali per una carriera dirigenziale finalizzata alla crescita del proprio “ego”.
Vedremo realmente chi saprà raccogliere questo invito e iniziare a dare risposte concrete sul tema. E’ in gioco la democrazia, ripeto, non le ambizioni personali di Lotito, che non può pensare di continuare a muoversi nel calcio in questo modo. Ci sono equilibri da rispettare, come per esempio quelli della Lega B, e poi dovrebbe anche capire che non può riunire in sé tutte le cariche possibili del mondo del calcio. Non è forse un po’ troppo?
Concludo sottolineando come il mio editoriale segue quello di Alessandro Vocalelli, direttore del quotidiano Il Corriere dello Sport, che, oggi, ha approfondito lo stesso tema in un fondo magistrale dal titolo “Un’incredibile storia italiana”. Vocalelli ha saputo raccontare una storia che ha veramente dell’incredibile. Ci auguriamo che l’Assemblea di Lega B del 25 marzo possa essere rimandata e la scelta del nuovo presidente nasca da un processo finalmente condiviso tra i club, piuttosto che imposto dal presidente (tra l’altro) di un club di A.
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