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Qatar airways-Barça, rapporti in crisi dopo il blocco arabo nei confronti del governo di Doha

L’alleanza tra Barcellona e Qatar è sul filo della crisi. Quello che un tempo sembrava un grande sodalizio oggi sembra essere irrimediabilmente compromesso e potrebbero esserci effetti a catena su diversi settori, non solo quello calcistico. E’ vero che il Barça ufficialmente dal 1° luglio sarà legato al colosso giapponese dell’e-commerce (il brand Rakuten), che sostituirà proprio i qatarioti, ma nel Barcellona più di un socio avrebbe voluto continuare a mantenere un rapporto importante con il Qatar e con la sua compagnia di bandiera, che è stata anche la prima a firmare le maglie degli azulgrana nella sua lunga storia societaria. Ma le accuse (è bene sottolinearlo “presunte” per il momento) di fiancheggiamento e, peggio ancora, di finanziamento di gruppi terroristici come Isis, Al Qaida e la Fratellanza Musulmana non consentono più ai soci-tifosi e ai vertici del club di dire “non me ne sono accorto”. La crisi del Golfo e il blocco delle relazioni diplomatiche di sei nazioni arabe (guidate dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti) è su tutti i giornali e l’imbarazzo in casa Barcellona, sottolineano molti addetti ai lavori, è crescente.
Oltretutto c’è stato anche l’arresto dell’ex presidente Sandro Rosell nelle scorse settimane per una serie di operazioni di trasferimento di denaro (oggetto attualmente di indagini da parte delle autorità competenti) tra Brasile e Qatar (dove alcune società verdeoro, collegabili alla figura di Rosell, ex n.1 del Barça in altre stagioni, avevano la sede fiscale) e oltre a ciò (e già non è poco) il CdA del club catalano vuole andare a fondo sull’effettivo contratto tra Qatar airways e Barça, perché alcuni aspetti economici non tornano.

La testata iberica “El Confidencial” sottolinea infatti che Qatar airways potrebbe aver pagato molto di più della somma finita nelle casse della società. Anche questa una accusa (presunta), ma se verificata e confermata si configurerebbe un danno ingente per il club che da sempre si fonda sul modello dell’azionariato popolare (oltre 150 mila soci in tutto il mondo). I vertici attuali vogliono andare a fondo di questa storia e saranno sentiti tutti i vertici dell’epoca che gestirono quell’affare.

“Penso che il Qatar abbia pagato più soldi per Barcellona”, ha detto Joan Laporta di recente in una intervista ed è una dichiarazione pesante, perché Laporta è stato anch’egli il n.1 del club.”Il contratto non ha avuto alcun costo di intermediazione”, ha pubblicato Barça in un comunicato. Una dichiarazione impegnativa, che presumibilmente sarà oggetto di “verifiche” da parte dei media e non solo.
Ma detto questo il Barcellona ora non vuole lasciare più alcun dubbio o ombra sul rapporto con il Qatar, al netto, del caso Rosell e delle sue possibili ripercussioni future. Certamente anche l’arresto dell’alto dirigente catalano non è una storia bella oltre che edificante per il club, anche se si tratta, è bene precisarlo, per il momento, di storie che attengono a business personali dell’ex manager del Barça e in alcun modo collegate ad attività dirette all’interno del club nel periodo di presidente di Rosell. Ma torniamo al caso sponsorizzazione di maglia Qatar-Barcellona, promossa da Qatar Sports Investments (QSI), braccio operativo oltre che fondo sovrano qatariota specializzato in investimenti sportivi in tutto il mondo, come l’acquisto per esempio del Paris Saint Germain (Ligue1) in Francia nelle stagioni passate.

Ha spiegato che, sulla base di tale contratto, la società ha incassato 171 milioni di euro nel periodo 2010-2016. “Ovviamente, il club ha la prova corrispondente del reddito”, dice il comunicato ufficiale da Barcellona. Il club assicura anche che la volontà del Consiglio di Amministrazione, di consegnare alla Polizia Giudiziaria di Barcellona copie dei contratti con QSI e gli elementi economici. “E ‘un segno di massima trasparenza e collaborazione”, aggiunge il comunicato del club.

“Se c’è un presidente che, nell’esercizio del suo ufficio, è accusato di raccogliere tangenti e riciclaggio del denaro è possibile anche ci possa essere un nesso causale fra tutto questo. Ci sono consulenti (investigatori, nda) che si dedicano alla ricerca di queste cose. Questo è quello che dovrebbe fare il club stesso (il Barcellona)” ha dichiarato l’ex presidente degli azulgrana, Joan Laporta, in un’intervista uscita in Spagna e ripresa da El Pais. (continua) – fonte: SkeetGp.com

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