Qualcosa nel closing AC Milan non torna proprio…
(di Marcel Vulpis) – Più che un closing, si sta trasformando in una telenovela senza la parola “The End”. Sembrava tutto pronto per la conferenza stampa del prossimo 4 marzo a Milano, presso “Casa Milan” e invece bisognerà attendere almeno altri 30 giorni per chiudere l’intera operazione. Il trasferimento di capitali dalla Cina all’estero è sicuramente una attività burocratica-amministrativa non semplice, ma al netto di questo c’è chiaramente qualcosa che non torna in tutta l’intera operazione. E non si può non sottolinearlo.
Sino-Europe Sports potrebbe chiedere una proroga per il closing del gruppo AC Milan. Secondo quanto si apprende, gli investitori cinesi avrebbero difficoltà nel versare, entro il 3 marzo, i 320 milioni di euro necessari per ultimare il passaggio di proprietà. Per questa ragione avrebbero chiesto di far slittare il closing di ulteriori 30 giorni e, a fronte di questo, sarebbero pronti a versare ulteriori 100 milioni di euro di caparra (la terza in questa storia infinita di attese, senza l’ultima definitiva firma sul contratto). Certamente non un buon segnale, soprattutto in chiave futura, visto che al di là della ipotetica terza caparra, resterebbero poi all’appello altri 220 milioni di euro, cui bisognerebbe aggiungere un nuovo bonifico da 100 milioni di euro (per garantire fino a luglio la continuità aziendale nel passaggio dalla “famiglia Berlusconi” alla nuova cordata cinese.
Senza parlare poi dell’accordo (tutto ancora da firmare) con Goldman Sachs per la ristrutturazione del debito da 220 milioni di euro (a fronte di garanzie “reali” dei nuovi investitori asiatici). Last but not least è la totale assenza di informazioni sul numero e nome dei prossimi soci del gruppo AC Milan, una volta che Fininvest avrà ceduto il 99.93% delle azioni rossonere.
In un Paese normale questo sarebbe stato già fatto, proprio per tranquillizzare la piazza e consentire di conoscere in totale serenità il nuovo progetto industriale del club. Perché tutto questo mistero? Sinceramente non lo capiamo, se non per il fatto che siamo in Italia. Dove tutto è possibile!
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