Punto e a Capo

Quando la politica entra troppo spesso nelle redazioni

“O si fanno lavorare più giornalisti di centrodestra o si mandano via alcuni di centrosinistra”. La provocazione è stata lanciata dal sindaco de L’Aquila, Biagio Tempesta (FI), che è riuscito a certificare la maggiore presenza nei tg regionali Rai, dei rappresentanti dell’Unione rispetto a quelli della CDL. Secondo Tempesta “il centrodestra non è rispettato dalla realtà giornalistica…La percentuale spettante alla Casa della Libertà è pari al 29.7%, mentre l’Unione è saldamente al 53.7%”.
Leggendo questo articolo uscito su IL TEMPO, che ha anche pubblicato un report speciale sulla tematica in esame lo scorso sabato, mi sono chiesto in quale Paese realmente lavoro e mi muovo, perchè se il principio che vige (esclusivamente) è quello della “tessera politica” siamo veramente arrivati alla frutta. Dagli anni ’60 ad oggi il numero dei lettori è rimasto identico (oltre 6 milioni di contatti su base giornaliera). Negli ultimi due anni il Contratto di Lavoro Giornalistico non riesce ad uscire dal guado dello scontro tra FNSI (Sindacato nazionale unitario dei giornalisti) e FIEG (Fed. It. Editori Giornali).
Questi due dati dovrebbero far riflettere chi fa informazione. Se l’83.4% dei tg regionali si muove e lavora sul modello della tessera politica è chiaro che ci troviamo di fronte ad una categoria immobile, incapace di attrarre i lettori e soprattutto non più credibile/attendibile.
Sporteconomy.it, a differenza di Tempesta (FI), si schiera solo con quel 16.6%, che, dati alla mano, sembrerebbe al di fuori di questo bipolarismo della “marketta” politica, ampiamente diffusa nel nostro settore. Non ci interessano colleghi nè di destra, nè di sinistra, ma solo “professionisti” (e non solo a livello di questo settore). Il problema è trovarli soprattutto nel mercato dello “sport-marketing”. Se l’esempio che diamo a chi vuole entrare nel mondo dell’informazione è quello della ricerca del “padrino” non usciremo mai dal nostro provincialismo di base. E’ brutto dirlo, ma ogni tanto un pò di auting fa bene. Un’ultima riflessione è sull’approccio di questa categoria anche al proprio interno. Il 90% sembra operare a cuore aperto ogni mattina e magari sta solo leggendo una velina dell’Ansa, e il restante 10% non sa ancora con quale bisturi opererà. Scusate lo sfogo, ma quando si leggono simili notizie non si può non sobbalzare.


* direttore responsabile agenzia stampa Marcel Vulpis

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