Quel Tricolore stropicciato dalla platealità d’un abbraccio
(di Massimiliano Morelli) – Stranezze di una società che vive da tempo sull’orlo di una crisi di nervi, a volte priva d’identità, schizofrenica e stupida. Nella vicenda legata alla MotoGp e alle diatribe fra Valentino Rossi e il clan degli spagnoli, ci si è messo di buzzo buono a scaldare gli animi perfino l’ex centauro romano Max Biaggi, che non ha trovato di meglio da fare che farsi fotografare abbracciato a Jorge Lorenzo, cosa magari buona e giusta in caso d’amicizia collaudata fra i due, ma certamente fuori luogo nel contesto d’una vicenda che vede un motociclista italiano beffato da comportamenti più o meno legali vissuti in pista con i piloti spagnoli.
Dei duelli del passato fra Rossi e Biaggi si è scritto di tutto e di più, i due non se le sono mai mandate a dire, ma è certo che vedere un italiano festeggiare la sconfitta di un altro italiano fa pensare a quanto ci si stia avvicinando all’imbarbarimento totale della specie. La platealità del gesto non so se possa creare imbarazzo nei corridoi del Coni, ma tornerebbe utile anche solo una frase del presidente Giovanni Malagò per far capire che l’esultanza dell’ex motociclista romano per la vittoria del neo campione del mondo è un vero e proprio schiaffo al Tricolore. Perché siamo nazionalpopolari, romanticamente nazionalpopolari, e non crediamo sia giusto vivere di ripicche, specie nello sport. Perché è con lo sport che ci hanno insegnato il coraggio, la lealtà e soprattutto il rispetto degli avversari. Ma forse in troppi erano assenti quando c’è stata la lezione dedicata all’onore da esprimere sia ai vincitori che ai vinti.
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