QUELLI DELL’APOEL, SCONOSCIUTI E VINCENTI
Dici Apoel e pensi a Nicosia, che di Cipro è capitale seppur meno famosa di Larnaca, che sulla costa meridionale dell’isola è il punto d’incontro d’affaristi e politici. Dici Apoel e pensi a una squadra di calcio sì, ma pure a una formazione-materasso, abituata a prender schiaffi nel vecchio calcio europeo, che quando alla Juventus capitava d’affrontare i ciprioti sommessamente gli Agnelli già pensavano al turno successivo perché quelle erano sfide d’allenamento della vecchia coppa dei campioni. Cambiano i tempi, s’arricchisce l’Europa del sud est, la stessa della quale fa parte la Turchia, e l’Apoel diventa cigno da brutto anatroccolo quale era. Al punto che il passaggio del turno in Champions League viene considerato ordinaria amministrazione nella capitale, e si grida al miracolo solo per far spettacolo nelle paytv e con titoli a caratteri cubitali sulle colonne di chi deve vender copie. Ottantacinque anni di storia, ventuno titoli conquistati, 19 coppe nazionali e dieci supercoppe, quest’anno la prima qualificazione agli ottavi di Champions League. Un successo, quest’ultimo, osservato quasi con distacco da chi si considera purista del football e censore d’ogni novità. Maledetta voglia d’un tradizionalismo che obbliga a scommettere sugli eterni successi di chi, da una vita, primeggia nel vecchio continente. Ma il calcio è materia spicciola, e forse lo si ama perché permette anche ai piccoli di crescere. Per un giorno o per una stagione, per qualche anno o per sempre. Dunque l’Apoel, acronimo di Athlitikós Podosfairikós Ómilos Ellínon Lefkosias, nato l’otto novembre del 1926 e club fra i fondatori del football a Cipro. Dunque l’Apoel, che nella coppa delle coppe 1963/64 ne prese 16 dallo Sporting Lisbona e che nel 2009 ha ottenuto per la prima volta la qualificazione nella fase a gironi della Champions League battendo 3-2 i danesi del Copenaghen. E sempre l’Apoel, che gioca nel catino Neo Gsp da neanche ventitremila posti a sedere e che a novembre del 2011 pareggiando con lo Zenit San Pietroburgo s’è qualificato agli ottavi di finale della Champions. Prima squadra cipriota a raggiungere la mèta e prima classificata nella fase a gironi; primo, in Europa, il suo uomo più prestigioso, Ivan Trickovski, eletto calciatore macedone (all’estero) dell’anno. E’ allenata dal serbo Jovanovic, che la schiera alla Nereo Rocco, “palla lunga e pedalare”. Poche idee, ma grinta da vendere; e il sogno di portare a Cipro qualche re del calcio, magari per offuscare l’etichetta di miglior squadra cipriota del XX secolo assegnata dalla Federcalcio locale all’altra squadra di Nicosia, l’Omonia.
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