Ranucci (PD) vuole rottamare i presidenti federali troppo longevi
(di Gianni Bondini) Il senatore Raffaele Ranucci (PD), con un lungo e importante passato nella Federcalcio (e una esperienza non proprio positiva nel comitato di candidatura di Roma2004), ieri in Commissione Istruzione del Senato ha tagliato il “futuro” ai presidenti-dinosauri (non ce ne vogliano – è chiara la simpatica ironia) del Coni e delle federazioni (FSN).
Non più di due mandati (8 anni) alla presidenza. Dopo “tutti a casa”. Con buona pace degli emuli di Matteo Pellicone, capace e scomparso presidente Filkam, rimasto sulla poltrona della sua federazione per ben 27 anni.
Questa del limite a due mandati olimpici è una ventata di
rinnovamento, con un vago retrogusto “grillino” (ormai anche nel PD si sposano alcune delle idee di rinnovamento democratico lanciate dal M5S). Finché non ci sarà il via definitivo , il DDL Ranucci rimarrà nel quaderno dei sogni, che restano dei desideri. In uno dei cassetti polverosi del Senato, in attesa di calendarizzazione, come di rito.
Certo, di cose da cambiare al Foro Italico ce ne sono ben altre. A cominciare dall’esclusione dei presidenti di Federazioni, Discipline associate ed Enti di promozione dalla Giunta Nazionale.
Perché ? Semplicemente, per la ragione che l’erogazione dei contributi alle organizzazioni dello sport non dovrebbe essere decisa dagli stessi (che in qualche caso) sono destinatari degli stessi contributi o li assegnano, comunque, a loro colleghi.
E c’è anche dell’altro, perché, con il decreto legislativo dell’ex
ministro Melandri, i segretari delle Federazioni e delle altre
organizzazioni dello sport non sono più dirigenti Coni in grado di
controllare eventuali dirigenti spendaccioni o quant’altro, ma degli avvocati o commercialisti dei presidenti. Nominati, talvolta, per sostenere i “desiderata” presidenziali, E’ tempo di rinnovamento “renziano” anche nel mondo delle federazioni sportive italiane? La risposta è nella direzione del “Sì”.
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