Rapporto WADA su sport russo: il doping e’ stato un affare di Stato
La WADA, l’agenzia internazionale anti-doping, non ha dubbi: la Russia da Sochi 2014 ad oggi (una pratica che dura da almeno 6 anni), ha portato avanti e, soprattutto, coperto un vero e proprio doping di Stato (oggi è prevista la sentenza CIO al riguardo, che potrebbe arrivare a prevedere perfino l’esclusione dell’intera spedizione russa dai Giochi di Rio2016).
Lo Stato e i servizi segreti (la FSB, ex KGB), secondo la WADA, avrebbero coperto ed alterato le “analisi” di ben 312 atleti (per un totale di 577 positività – troppe per parlare di “casualità”) in tutte le discipline olimpiche. Il presidente della Federazione russa Vladimir Putin: “I dirigenti accusati saranno sospesi fino alla conclusione delle indagini“. Poi ha avvertito lasciando una dichiarazione ai media: “Il CIO rischia la scissione…La comunità internazionale è testimone di una pericolosa ricomparsa della politica che interferisce con lo sport…”Vitaly Mutko (attuale ministro dello sport russo, nda – nella foto principale) non sarà sospeso non essendo menzionato nel rapporto Wada come diretto esecutore nello scandalo doping”.
Nella realtà questo presunto doping di Stato sarebbe iniziato a Vancouver 2010, per poi proseguire ai Giochi olimpici estivi di Londra2012, fino ai mondiali di atletica di Mosca 2013 e alla rassegna iridata di nuoto di Kazan 2015. A rischio adesso tutte le medaglie conquistate dagli atleti russi coinvolti nelle suddette manifestazioni, così come eventuali record raggiunti.
Il presidente del CIO, Thomas Bach ha dichiarato: “Siamo pronti alle più dure sanzioni nei confronti di persone e organismi coinvolti nello scandalo doping della Russia, e di chi attenti all’integrità dello sport e dei Giochi Olimpici“.
Nella realtà le risultante della WADA sono chiarissime: “Lo Stato russo non poteva non essere a conoscenza della cosa, viste le dimensioni del fenomeno“.
La sentenza di quest’oggi da parte del CIO potrebbe creare un vero e proprio “terremoto” politico istituzionale, perché è bene ricordare che la Russia, nel 2018, è stata scelta dalla FIFA per gestire ed organizzare il Mondiale di calcio prossimo venturo.
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