Motori

Rassegna stampa – La MotoGp corre veloce

Chi vince guida, almeno sul fronte degli ascolti tv. E la Formula 1, dilaniata dalla crisi economica e dai conflitti tra scuderie, inizia a sentire sul collo il fiato del Motomondiale. Specie in Italia, dove il fenomeno Valentino Rossi ha un appeal televisivo superiore a quello dei vari Webber, Vettel, Button che, a rotazione, si stanno facendo largo negli autodromi di mezzo mondo.
A livello mondiale, invece, la Formula 1 resta un format tv di tutto rispetto: più di 350 milioni di telespettatori in media per ciascuna delle 17 gare in calendario. Il Motomondiale, considerando insieme le tre serie (125, 250 e MotoGp), non arriva a due miliardi di contatti in una stagione.

Ma in Italia la musica cambia, e l’ultimo Gp automobilistico, quello d’Ungheria, per la prima volta è stato sfiorato in termini di audience dal Motomondiale in Gran Bretagna: 40,23 di share contro 39,03. Ed è anche per contrastare questa tendenza che la Ferrari ha tirato fuori dal cilindro l’idea di far tornare in pista Michael Schumacher, almeno finché Felipe Massa sarà infortunato.
La torta dei ricavi da diritti tv della Formula 1 (da suddividere tra i team sulla base dei piazzamenti raggiunti nel corso della stagione) è infatti immensa e l’ipotesi di una sua discesa è da incubo: oltre 600 milioni di euro. La Dorna sports SL, gestore iberico di tutti i diritti del Motomondiale, ha invece bisogno ancora di crescere: in Europa incassa dai diritti tv circa 60 milioni di euro all’anno (di cui 12 in Italia, 10 in Germania, 10 in Inghilterra e 16 in Spagna).

Ma questo rapporto di uno a dieci negli incassi televisivi pare destinato a cambiare presto, se si pensa che nelle cinque nazioni top europee (Italia, Gran Bretagna, Spagna, Germania e Francia) la Formula1 ha un bacino di appassionati di 76,8 milioni di persone (stabili), mentre la MotoGp si aggira attorno ai a 48,8 milioni (in crescita). I due circhi si avvicinano ancora di più per fan in Italia e in Spagna, data la presenza di molti piloti di queste due nazionalità.

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Il giro d’affari globale del Mondiale di Formula 1 è di poco superiore ai 2 miliardi di euro contro il miliardo di euro del Motomondiale. Ma quest’ultimo sta seguendo di pari passo il modello di business che negli scorsi anni ha portato al successo della Formula 1. Ad esempio, è diventato ormai un marchio commerciale e ha partorito perfino il suo orologio ufficiale, un Tissot di lusso prodotto in 999 pezzi, oltre a vari spin off come la Motogp American Express, le figurine Panini MotoGp, senza parlare del merchandising, attraverso il lancio del documentario ufficiale e di un notebook personalizzato. Ha, inoltre, un bookmaker ufficiale (la casa viennese Bwin.com, primo sponsor nelle gare di Jerez ed Estoril e presente anche a Misano e Brno) e persino il gioco da carte MotoGp.

Se le due ruote sono in crescita, ancora molta strada resta da percorrere nel settore delle sponsorizzazioni. In questo segmento infatti il confronto fra i primi tre team per accordi commerciali, in entrambi i format sportivi, è ancora molto favorevole alle scuderie di auto. Ducati è sponsorizzata dalla Marlboro per 15 milioni di euro annui, l’Honda da Repsol per 10 milioni, la Yamaha di Valentino Rossi dalla Fiat per 8 milioni. Nella Formula 1 le cifre sono molto più alte: Vodafone paga a McLaren-Mercedes 55 milioni di euro l’anno, Ing a Renault circa 40 milioni, AT&T alla Williams circa 20 milioni. Insomma, per raggiungere Schumacher, Valentino Rossi deve fare ancora parecchi chilometri.

www.sporteconomy.it/L’Espresso del 7 agosto 2009 (questa settimana in edicola)

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