Rassegna stampa – L’analisi del bilancio Juventus su “Hurrà Juventus” (settembre 09)
BILANCI SOLIDI PER UN FUTURO SICURO
i risultati del quarto trimestre dell’esercizio 2008/2009 approvati dal Consiglio di Amministrazione il 6 agosto hanno dimostrato che la Juventus si trova nelle condizioni di programmare in tutta sicurezza i propri anni futuri. Pertanto, il giudizio sull’operato del management per quanto fatto fino ad adesso non può che essere positivo. Il presidente Cobolli Gigli e l’ad Blanc hanno risanato il bilancio e utilizzato al meglio gli oltre 100 milioni di euro di aumento di capitale che gli azionisti hanno versato nel 2007 per far ripartire la macchina dopo il castigo in serie B. Laddove il management della Juventus si attendeva un sostanziale pareggio è arrivato invece un utile di conto economico: 6,6 milioni di euro nel periodo 2008/2009. Non è una cifra da sballo, ma a questo risultato si giunge da una perdita di 20,8 milioni dell’anno precedente e senza maxiplusvalenze di zidaniana memoria. Questo ci dice che la Juventus è oggi in sesto perché è il risultato operativo a essere positivo: la società, cioè, guadagna svolgendo la sua attività industriale, il gioco del calcio. Non è cosa da poco, visti i tempi e facendo paragoni con le altre società del football italiano. Lo sviluppo sostenìbile è possibile e la Juve ne è un esempio. Ma cosa ha contribuito a fare la differenza fra i 10,3 milioni di rosso operativo del bilancio 2007/2008 e l’utile operativo di 13,8 milioni di euro dell’esercizio 2008/2009? La partecipazione alla Champions League, che ha comportato una iniezione di liquidità in cassa per maggiori diritti televisivi e biglietteria per 25,2 milioni di euro, è stata fondamentale, ma non sono da trascurare anche un’attività di marketing intensa, che ha fatto salire gli introiti da sponsorizzazioni e pubblicità in un anno in cui il settore ha subito contrazioni a tutti i livelli per i tagli che le aziende hanno imposto ai propri budget. Il bilancio del trascorso esercìzio deve peraltro far riflettere i giocatori, perché una esclusione prematura dalla Champions League potrebbe incidere pesantemente sul conto economico prima che il progetto del nuovo stadio possa cominciare a dare i frutti finanziari. Infine, contribuisce a dare serenità la posizione finanziaria, positiva per 25,6 milioni di euro con una liquidità di 42,1 milioni. Quello che manca a livello di soddisfazione del tifoso-investitore è la quotazione in borsa del titolo Juventus. Qui l’obiettivo minimo da raggiungere è a quota 1,3 euro, il valore a cui nel 2007 gli azionisti vararono l’aumento di capitale. Dopo l’avvio di campionato il titolo ha recuperato quota 1 euro, mantenendola stabile e dai minimi di 0,65 euro del marzo scorso il recupero è già di oltre il 50%. Se il processo di risanamento andrà avanti di pari passo con i risultati sportivi non sarà difficile recuperare l’investimento, perché una cosa è sicura: mentre il titolo crollava per colpa dei prodotti tossici e dei sub prime americani, che nulla hanno a che fare con il calcio, il management della Juventus metteva in atto un turnaround societario stabile e duraturo. Di questo, presto, la Borsa se ne accorgerà.
fonte: Hurrà Juventus
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