Rassegna stampa – Milano Finanza fotografa gli investimenti nel calcio italiano dei patron-mecenate
Se tuttavia si spacchetta il dato aggregato, ci si accorge che il dato e’ influenzato in maniera notevole dagli interventi effettuati da Berlusconi e Moratti per ripianare le perdite di Milan e Inter, mentre
meno consistenti sono stati gli apporti di capitale da parte delle proprietà di Juventus (la Exor di John Elkann), Roma (Pallotta-Unicredit), Fiorentina (i fratelli Diego ed Andrea Della Valle), Torino (Urbano
Cairo), Sampdoria (la famiglia Garrone) e Genoa (Enrico Preziosi), e praticamente nullo quello dei proprietari di Udinese (la famiglia Pozzo), Catania (Pulvirenti), Lazio (Claudio Lotito) e Napoli (De Laurentiis).
Se l’equazione presidente ricco uguale club vincente vale sempre meno (anche perche’ i padroni-mecenati italiani si scontrano con la potenza di fuoco quasi infinita degli sceicchi e dei magnati russi), e’ ancora palese che le squadre italiane – nonostante la recente dieta a base di cessioni eccellenti e riduzione del monte ingaggi – hanno ancora bisogno dello stampello della proprieta’ per stare a galla, poiche’ la gestione ordinaria e il mix di ricavi non sono ancora in grado di produrre reddito. (fonte: MF/DJ) Negli ultimi 5 anni, i proprietari dei 12 principali club calcistici italiani hanno incassato 2 miliardi di dividendi dalle loro attività industriali e ne hanno versati la metà per coprire le perdite delle rispettive squadre. E’ quanto afferma un’analisi condotta da Milano Finanza – in edicola domani, sabato 24 agosto – alla vigilia della partenza del campionato di Serie A sui bilanci dei 12 principali club della massima serie e su quelli delle holding che li controllano. Ne emerge che, negli ultimi 5 anni, i proprietari hanno versato nelle casse delle società calcistiche circa un miliardo di euro.
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