Rassegna stampa – Quanto valgono i Giochi del 2020 per la regione Veneto
Giochi in Veneto, partita da 10 miliardi
VENEZIA. «Roma ha già avuto molto, ora è arrivata la volta del Veneto». Il vicegovernatore Franco Manzato non ha dubbi: «La nostra proposta per portare i Giochi olimpici del 2020 a Venezia è basata su una convergenza politica trasversale ed è sostenuta da un intero sistema. È qualcosa di più di una candidatura partita da un sindaco, assolutamente legittima per altro, come quella di Alemanno». La corsa olimpica di Venezia è partita: il gruppo promotore, guidato da Federico Fantini, ci lavora da poco meno di un anno e il business plan è già nero su bianco.
Prime stime parlano di una base di almeno 2,5 miliardi per il budget olimpico a cui si devono aggiungere, poi, i fondi per le infrastrutture. Rio de Janeiro, a titolo d’esempio, si è aggiudicata l’edizione 2016 con un piano da 9,5 miliardi (2 miliardi solo per la manifestazione). Londra 2012, che ha dovuto fare i conti con la crisi e la stretta creditizia, è arrivata a pianificare spese per complessivi 12 miliardi.
«Il percorso per arrivare ad avanzare ufficialmente la candidatura – sottolinea Manzato – richiede, evidentemente, delle risposte pubbliche. Da parte nostra abbiamo già sondato la disponibilità di possibili partner nazionali, trovando più di una porta aperta. Siamo nelle condizioni per arrivare a definire una proposta seria».
L’iter prevede la consegna delle candidature a metà del 2011, mentre l’individuazione della sede dei Giochi 2020 è prevista per il 2013. «Sapevamo delle intenzioni di Roma e per questo abbiamo giocato d’anticipo – rileva Manzato -. Venezia, in rete con Padova e Treviso, ha le carte in regola. Storicamente è riconosciuta come porta per l’Oriente e ha un’affinità particolare con la Cina». Manzato non lo dice, ma proprio a Oriente si è pronti a guardare, nel caso in cui l’Italia dovesse portare avanti la candidatura di Venezia, per trovare i voti necessari per competere in sede Cio.
«Puntiamo a definire una proposta incentrata sul rispetto dell’a mbiente attraverso l’utilizzo di tecnologie non impattanti – anticipa Manzato -. Non posso scendere nei dettagli, ma, nell’i ndividuazione delle aree, per Venezia si parla del piano di espansione di Tessera ma anche dell’entroterra». Venezia il cuore, quindi, con appendici sportivo-logistiche che arriveranno a Padova e Treviso. «Nella formulazione della candidatura – spiega Manzato – dobbiamo tenere conto che il regolamento Cio prevede che i Giochi si devono svolgere nel raggio di 70-80 chilometri. È evidente, però, che tutto il Veneto, e non solo, sarà coinvolto».
Dal punto di vista infrastrutturale, il piano Venezia 2020 parla dell’espansione dell’aeroporto Marco Polo (il master plan già realizzato da Save prevede investimenti per 300 milioni), «ma anche di Treviso e Verona» aggiunge Manzato. «Parliamo poi di Altà velocità, Romea commerciale, Sistema ferroviario metropolitano e altre opere fondamentali per il Veneto». Escludendo i project financing, come la Pedemontana Veneta, che hanno già l’impegno economico di investitori privati, è possibile fare due conti: per il collegamento ferroviario del Marco Polo servono 223 milioni, per quello del Catullo 90 milioni; per l’Alta velocità-alta capacità Verona-Padova bisogna trovare quasi 5 miliardi.
Tutto questo senza considerare stadi, piscine, palasport. «Tra Venezia, Padova e Treviso – conclude Manzato – si tratta di potenziare strutture esistenti e realizzarne di nuove pensando anche a strutture removibili».
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Pubblichiamo un articolo ripreso da La Nuova Venezia online sul tema del business dei Giochi del 2020 per Venezia e per il Veneto più in generale.
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