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Renzi scopre la mediaticità dello sport, con Malagò (CONI) mentore d’eccezione

(di Marcel Vulpis) – In una sola settimana, sul profilo Twitter di Matteo Renzi (presidente del Consiglio dei Ministri e segretario politico del PD), lo sport (per numero di cinguettii) ha superato ampiamente la politica. Meglio parlare di ace, volate sul rettilineo o di schiacciate a canestro che di PIL, occupazione e tasse. Temi, questi ultimi, troppo “freddi” per emozionare l’italiano-medio. La strategia di Renzi è cambiata radicalmente: spazio alle emozioni e l’economia del Paese (giustamente per qualche giorno) in panchina. 

L’ultimo tweet sulla finale Pennetta-Vinci, direttamente dallo spettacolare stadio Arthur Ashe di NYC, dove insieme a Giovanni Malagò (CONI), suo mentore in ambito sportivo, e Angelo Binaghi (numero uno della FIT) ha assistito alla finale all made in Italy delle due tenniste pugliesi.

 

 

Renzi parla di “comunità“, di “emozioni” e lascia le “statistiche” ai #gufi. Un tweet per nulla banale, chiuso con il nuovo hashtag #vivalitaliaviva che potrebbe diventare il tormentone (anche politico) dei prossimi mesi (sicuramente sussurrato alle sue orecchie dal duo Filippo Sensi-Patrizio Donnini, uomini di comunicazione e spin-doctor eccellenti a livello politico).

Nonostante alcune polemiche sul viaggio (costato tra i 150 ed i 200 mila euro), montate ad arte dal solito Fatto Quotidiano, resta l’immagine di un Premier italiano salutato più volte, con grandi applausi, dal pubblico newyorkese, per nulla avvezzo alle piaggerie, più volte durante il match. E’ un piccolo segnale, ma altamente positivo. Questo paese non è Mafia Capitale, non è Casamonica, non è una parte di politica corrotta (che esiste, purtroppo, e forse esisterà sempre).

E’ un Paese di persone perbene che provano individualmente a crescere e a #cambiareverso, anche al di là di Renzi. Se poi Renzi diventa lo “story-teller” di questa narrazione va bene a prescindere. E’ un politico giovane, moderno e sta cercando con la sua forza cinetica di provare a cambiare la mentalità degli italiani (un po’ troppo gufi effettivamente o quantomeno “piagnoni” nelle cose di ogni giorno). Se NYC e l’America hanno applaudito l’Italia, attraverso l’icona politica di Renzi, va bene anche aver speso 150 mila euro di viaggio (premesso che si trattava di un viaggio di rappresentanza – quindi non capisco neppure tutte queste polemiche sterili).

Buttiamo nel cestino talmente tanti soldi in convegni e in eventi di basso profilo iper auto-referenziali che non spostano di un centimetro la percezione positiva di un Paese, che questi soldi pubblici investiti nella brand reputation del brand Italia, soprattutto adesso a supporto della candidatura di “Roma2024”, sono più che ben investiti.

Un’annotazione su Giovanni Malagò: ha testa e conosce il timing della comunicazione. Questa operazione di pubbliche relazioni in terra americana (con una Los Angeles, anch’essa candidata, che avrà visto i vertici del nostro Paese nell’impianto simbolo del tennis mondiale, oltre che americano) è stata spettacolare. Malagò ha lasciato la scena a Renzi, ma “de facto” è lui ormai a pieno titolo il ministro dello sport tricolore. Speriamo un giorno di vederlo su quella poltrona, magari dopo Roma2024. Glielo auguriamo di cuore. Se lo merita ed è l’erede di Luca Cordero di Montezemolo. Per testa e per età. Serve anche quella.

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Marcel Vulpis

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