Ricerche – Formula Money: il business della Formula Uno
La prima cosa che salta all’occhio (si legge su Wired, che ha sintetizzato i dati principali di questa ricerca) è che dal 2003 al 2011 le revenue sono più che raddoppiate, passando da 729 milioni a 1 miliardo e 523 milioni di dollari. Cifre davvero da capogiro che finiscono nelle tasche del Formula One Group, un agglomerato di circa 30/40 società spesso con sedi in paradisi fiscali, guidate da una fantomatica Delta Topco, con sede in Jersey, che controlla il mondiale e tutte le altre attività ed eventi collegati, in mano perlopiù a banche (come Lehman Brothers) e fondi di investimento, di cui Ecclestone e famiglia possiedono soltanto (si fa per dire) il 15%.
Un terzo degli incassi proviene dai diritti televisivi, un altro terzo dalle quote di iscrizione che i circuiti devono pagare per ospitare una gara e la parte restante dalle sponsorizzazioni, dal merchandising e dagli introiti generati dalle varie hospitality. Come i diritti televisivi variano in funzione della quantità di spettatori previsti, anche le quote di iscrizione non sono tutte uguali, ma seguono una logica più o meno inversa. Sono infatti paesi come la Malesia, gli Emirati Arabi e Singapore a sborsare le cifre maggiori, nell’ordine dei 65 milioni di dollari a stato, mentre per le gare storiche come Monza, Montreal e Silverstone, le cifre sono molto inferiori (per fare un esempio, l’autodromo italiano paga solo 7 milioni di dollari, mentre dal Canada ne arrivano 18). Montecarlo, a sorpresa, non tira fuori nemmeno un cent.
I contratti per i nuovi GP, soprattutto quelli in Asia, sono costruiti in modo tale che la quota salga del 10% ogni anno, cosa che a quanto pare non dà fastidio ai governi locali, che spesso pagano la cifra di tasca propria, per cui la Formula 1 è un modo per promuoversi in tutto il mondo (certo che se si evitassero gaffe come col Bahrein, forse sarebbe meglio). Tra le nuove gare previste per il 2014 sembra ormai sicuro il ritorno in Austria, al Red Bull Ring (ex A1-Ring), il bellissimo circuito in mezzo alle verdi montagne austriache, la cui iscrizione sarà pagata da Dietrich Mateschitz, il signor Red Bull in persona, che conta di riuscire a recuperare la spesa molto facilmente, cosa che gli auguriamo con tutto il cuore.
(rassegna stampa – fonte: WIRED) – Formula Money è un sito che, annualmente, analizza questo gigantesco carrozzone motoristico, pubblicando un report ricco di dati e informazioni, utilissimo per chi si occupa di marketing sportivo e argomenti analoghi, acquistabile a una cifra non proprio popolare.
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