Riforma dello sport, Molea (AiCS): Agli Enti di promozione sportiva vadano più forza nella rappresentanza e maggiori tutele sui finanziamenti
“Il Testo unico dello sport riconosce finalmente il valore sociale dello sport: non si perda questa occasione per rimarcare il ruolo degli Enti di promozione sportiva, assegnare loro una rappresentanza forte e maggiori tutele sui finanziamenti erogati. Basta disparità tra sport di vertice e sport di base”.
Così Bruno Molea, presidente dell’Associazione Italiana Cultura Sport, tra i maggiori enti di promozione sportiva del Paese – forte del suo oltre milione di soci in tutta Italia – commenta la bozza di Riforma dello sport come appena presentata dal ministro allo Sport Vincenzo Spadafora.
“Il Testo unico dello sport è una grande occasione e di questo va ringraziato il ministro Spadafora – precisa Molea -: per la prima volta viene riconosciuto l’alto valore sociale dello sport, si fa ordine tra gli addetti del settore con l’introduzione delle tutele lavoristiche per i collaboratori sportivi e si supera l’odiosa disparità tra sessi ancora presente nello sport professionistico. Si faccia lo stesso ora per lo sport di base: si superi la distinzione tra questo e lo sport di vertice nell’erogazione dei contributi e si assegni anche agli Enti di promozione sportiva una rappresentanza forte, capace di far sentire la voce di chi davvero promuove sport sociale e di inclusione presso le Istituzioni. Non si lascino gli Enti al ruolo marginale delle Consulte”.
Con il Testo unico dello sport, gli Enti di promozione sportiva spariscono dal Consiglio Coni e passano alla giurisdizione del Dipartimento per lo sport che ne riconosce l’attività. “Sia questa anche competitiva amatoriale e non solo di mera progettazione sociale – rimarca Molea -, perché proprio attraverso i nostri corsi e campionati garantiamo il coinvolgimento di bambini e meno giovani”. E ancora: “Sia rimarcato che proprio attraverso gli Enti di promozione sportiva, Sport e Salute possa erogare servizi sportivi ed educativi sul territorio, perché è quello che facciamo da sempre, specie con le scuole e le altre agenzie educative – aggiunge Molea -. Infine, nel passaggio tra Coni e Ministero, non si resti schiacciati: anche il Registro delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche, che proprio agli Enti si affiliano, ci seguano nella nostra transizione e non rimangano appannaggio del Coni”.
Ultimo, ma non per importanza, il limite dei mandati. “L’associazionismo vive in tutta Italia un momento di grande crisi dovuta anche al calo dei volontari – spiega Molea –: a differenza del mondo dello sport di vertice, l’opera degli enti sui territori si espleta attraverso i volontari il cui turn over è sempre più difficile e lento. Molte delle rappresentanze territoriali degli Enti di promozione sportiva sono già al loro terzo mandato dirigenziale e faticano a trovare volontari sostituti: obbligarli a rinunciare al quarto mandato in breve tempo li metterebbe in grave crisi e produrrebbe una frenata d’arresto a tutto l’associazionismo sportivo. Si preveda un mandato transitorio per queste realtà, per il bene dei volontari che prestano la propria opera allo sport di inclusione”.
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