Righi (Lega Volley): Abbiamo lavorato per mettere in sicurezza il sistema senza lasciare indietro nessuno
(di Marcel Vulpis) – Lo scorso 15 maggio l’Assemblea straordinaria elettiva ha eletto all’unanimità Massimo Righi (nella foto in primo piano) presidente della “Lega Pallavolo Serie A” (già Ceo dello stesso organismo sportivo), come successore al dimissionario Diego Mosna. E’ l’ottavo presidente nella storia di questa realtà.
Lo abbiamo intervistato per conoscere, in modo più approfondito, il suo progetto in un anno unico ed eccezionale, caratterizzato dall’emergenza sanitaria da Covid-19.
D: Presidente, quali sono le criticità che il mondo del Volley ha incontrato in questi ultimi mesi?
R: L’obiettivo primario, già dai primi giorni del lockdown (in attesa di comprendere lo sviluppo dell’emergenza sanitaria), è stato da subito “mettere in sicurezza” il sistema, senza lasciare indietro nessuno dei nostri club.
D: Come vi siete mossi nel concreto?
R: Abbiamo lavorato su diversi fronti, perchè il primo aspetto da considerare era la “sostenibilità economica” del nostro mondo. Abbiamo promosso come Lega, ad esempio, la fase della trattativa con gli atleti (rappresentati dai capitani delle diverse squadre, nda), dialogando, tra l’altro, con oltre 30 procuratori sportivi. Una problematica (tecnica) è stata quella di non avere un’associazione di categoria, come esiste da tempo nel calcio (è il caso dell’A.I.C.). La trattativa si è sviluppata su una forbice (nel segno della riduzione) compresa tra il 20 e il 30%. Come Lega volley abbiamo deliberato di muoverci su un taglio salariale pari al 30%, ma ci sono club che sono riusciti anche a venire maggiormente incontro alle esigenze dei rispettivi tesserati. La Lega ha aperto la strada, ma è chiaro che l’ultimo “miglio” spetta, come è normale che sia, ai club.
D: Quanto è stato utile questo taglio?
R: Il taglio salariale, oltre ad una serie di correttivi apportati dalle proprietà dei club, è servito a salvare la stagione. E’ molto probabile che ci siano comunque interventi (aumenti di capitale) da parte delle proprietà, ma è chiaro che ci troviamo di fronte ad un anno unico ed eccezionale. Se non avessimo adottato questi correttivi per molti ci sarebbe stato il rischio default.
D: Più in generale, qual è stato il punto forte della strategia della Lega?
R: Aver aiutato tutti i team senza lasciare nessuno indietro. In questa fase economica del Paese è un goal doppio.
D: A proposito di sostegno cosa vi attendete dal Governo?
R: Sicuramente sostegno concreto. Dopo i primi incontri tra Fipav e Spadafora (MinSport) sicuramente chiederemo un incontro, con l’obiettivo di portare delle proposte concrete. oltre che utili per il volley del futuro. Pochi giorni fa il mondo dello sport ha costituito il “Comitato 4.0” per portare all’attenzione del Governo e dei decisori pubblici la misura del credito d’imposta sulle sponsorizzazioni sportive, affinché venga introdotta nei prossimi provvedimenti.
Nel suo primo nucleo costitutivo, il comitato vede la partecipazione del Presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, del presidente della Lega Basket Serie A, Umberto Gandini, del Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, Mauro Fabris, oltre che del sottoscritto. Per come è stato concepito, il comitato è un luogo in cui ragionare a sistema, aperto alla partecipazione di chiunque voglia supportare l’ideazione e lo sviluppo di misure di carattere strutturale per il mondo dello sport, in una logica di medio–lungo periodo, superata la fase emergenziale legata al Coronavirus.
Il comitato 4.0 si è riunito anche alla presenza di PwC Tls, per avviare un lavoro strutturato sulla misura del credito d’imposta applicata alle sponsorizzazioni sportive, che preveda anche una stima del suo impatto in termini economici e sociali, andando a quantificare anche i rischi che comporterebbe una sua mancata applicazione. Si tratta di una misura a favore delle aziende (a prescindere dal fatto che abbiano generato utile o meno) che supportano lo sport a tutti i livelli e che impedirebbe il venir meno di migliaia di realtà condannate, senza gli incassi da botteghino, a sparire con la drammatica conseguenza che verrebbe meno anche il ruolo di presidio e crescita sociale che esercitano sul territorio.
Un’altra idea è quella della introduzione dell’Iva deducibile per un periodo straordinario di 2 anni. Questo progetto aiuterebbe molte realtà sportive a mettere in sicurezza il loro futuro aziendale. E’ una idea che, chiaramente, dovrà superare il vaglio dell’analisi tecnica dei dipartimenti competenti (prima di essere messa a terra).
D: Nella prossima stagione che volley vedremo?
R: Per il volley è centrale il binomio ticketing-sponsorship. Per noi è essenziale la presenza del pubblico per dare valore a queste due voci. Non ci può essere volley senza il pubblico e a cascata anche le sponsorizzazioni ne risentirebbero in modo pesante. Gli sponsor, spesso legati ai club da progetti di marketing territoriale, vogliono entrare in contatto con i supporter per promuovere la loro immagine o i loro prodotti/servizi. Possiamo valutare forme contingentate di pubblico nei palazzetti, ma escludo la riapertura della stagione a porte chiuse. Sarebbe una problematica irrisolvibile per il nostro format economico-sportivo. Di una cosa siamo certi: senza pubblico la stagione non ripartirà. Tra l’altro stiamo ragionando su una idea molto forte proprio per la prossima stagione.
D: Quale?
R: Vogliamo ripartire con la finale della Supercoppa, tra fine agosto e primi di settembre, in una delle città più belle e all’interno di un’arena-monumento simbolo del Paese. Parliamo di Verona e della sua Arena. Sarebbe uno spot per l’Italia e per il sistema volley. Noi ci crediamo e stiamo lavorando per rendere possibile questo progetto entro la fine dell’estate.
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