Roma olimpica 2024, mistero Raggi
(di Gianni Bondini) – Avrei preferito vedere al Campidoglio Virginia… Raffaele. Questione di gusti. Ci avrebbe fatto ridere di cuore e forse, dico forse, avrebbe parlato anche di sport. Da ex circense.
Un argomento, lo sport, che la sindaca-avvocatessa, finora, ha trattato con tocco talmente lieve che neanche ce ne siamo accorti. Sulla candidatura di Roma olimpica nel 2024, Virginia Raggi ha detto veramente “un no irrevocabile” come affermano i custodi della morale Pentastellata, oppure, se ne potrà riparlare? Magari vigilando sul rispetto della promessa di 179 mila posti di lavoro (almeno decennali).
Così come sarebbe il caso che la Sindaco, senza aspettare altri mesi, si pronunciasse sulla fattibilità dello stadio della Roma. Di sport, ci sembra, la squadra dei 5Stelle al Campidoglio o non sa oppure ritiene che sia un argomento poco serio. Per chi ha deciso di cambiare il mondo.
A cercare di “sportivizzare” il programma capitolino ci ha pensato il massiccio rugbysta Andrea Lo Cicero. Disponibile (almeno ha detto ma potrebbe essere zittito) alle Olimpiadi romane, come assessore allo sport in pectore, e più rumorosamente allergico al Gay Pride (dopo la battuta sui “frocetti” nel libro autobiografico dal titolo “Il Barone” scritto da Paolo Cecinelli, firma de La7 nel 2007).
Sindaca Raggi ci dica un sì o un no? Take a decision on the Olympics, please? Così lo capiranno anche a Losanna, dove, senza ancora la firma della sindaco, non stiamo facendo una gran figura.
La democrazia, comunque, è rispetto dell’avversario. Perciò, nonostante l’incertezza per il “pensiero a 5Stelle”, tanto di cappello alla sindaca-avvocatessa Virginia Raggi. Il suo successo elettorale era annunciato, ma non così rotondo. Perché, se fosse stata in gara su pista, Virginia Raggi in prima corsia avrebbe doppiato (con 67,15 lunghezze) il maratoneta, elettoralmente spompato, Roberto Giachetti (ingessato su 32,85). E ciò che sportivamente sconcerta, noi che un po’ c’intendiamo di sport di squadra, che Raggi è sostenuta pubblicamente dal suo Movimento, punto e basta.
Mentre Giachetti, oltre che dal prestigio di vicepresidente della Camera dei Deputati, godeva del sostegno (magari solo a parole) del PD, dei Verdi, dei Socialisti, dei Radicali Italiani, e persino della resuscitata Italia dei Valori (IDV), RomaPiù di natura “centrista”, più la lista civica Roma Torna Roma.
Abbiamo il serio dubbio, però, che Fratelli d’Italia (che l’avevano annunciato), Berlusconiani in libera uscita, fronda PD e anti-renziani di tutte le razze abbiano votato, come ha scritto l’amico e direttore di questa testata on line Marcel Vulpis, “più di pancia che di testa”. Ma, ora, per favore la Giunta Raggi ragioni più sulle esigenze reali, dopo le “buche da riempire” anche i campi di gara e la gioia dello sport da ricreare.
Giovanni Malagò è un presidente del Coni che non ha andava in Campidoglio ai tempi né di Alemanno, né mentre Mafia Capitale si accomodava a tavola. La Giunta Raggi rifletta anche su questo. E la Signora Sindaco non si faccia chiamare “Sindaca” (come richiesto questa mattina dalla commissione pari opportunità della Associazione Stampa Romana), perché da avvocato sa bene che rischierebbe “il vilipendio della lingua italiana”: Mentre stia certa che lo sport può farla ricordare come la Raggi di sole.
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