Roma sfregiata dalla violenza degli hooligans olandesi. Roma citta’ aperta all’impunita’
Il day-after la devastazione è ancora
più amaro, perché è il tempo delle riflessioni. Un caos che si è abbattuto su
Roma e nello specifico, a partire dalle 16.30 di ieri, su piazza di Spagna e la
scalinata di Trinità dei monti.
Questi tifosi olandesi, ma sarebbe più
corretto definirli “animali”, meritano una lezione severa da parte delle nostre
autorità ed un ritorno amaro in Olanda. Dovrebbero essere immediatamente
schedati, portati in carcere, puniti con norme severe (oltre a costringerli a
pagare anche oltre il valore delle loro azioni). Oltre a ciò l’Uefa dovrebbe
intervenire sanzionando anche il club, perché la società calcistica di Rotterdam
sa perfettamente chi sono questi “animali” e quindi insieme alle forze
transfrontaliere dei Paesi Bassi dovrebbero bloccarli all’uscita dal loro paese
(così come avvenne in occasione di Euro2008). Ci aspettiamo pene esemplari,
perché non si può tenere in scacco, per ben due giorni, una città del valore
turistico-culturale come Roma.
Questi pseudo-tifosi hanno imbrattato
parti delle città, trasformato in un letamaio la fontana del Bernini, uno dei
simboli della nostra città, nella totale impunità. Un simbolo diventato
bersaglio della furia cieca degli olandesi. Per non parlare dei muri della
nostra città trasformati in orinatoi a cielo aperto.
Uno schifo nello schifo, che, però, era
stato annunciato con un messaggio via Twitter dagli stessi supporter del
Feyenoord. Girava in rete infatti un adesivo con l’immagine di un tifoso fiero
di veder rotolare accanto a sè la testa mozzata di una lupa (simbolo storico
della città di Roma).
Questi ultras sono conosciuti in tutta
Europa come tifosi di estrema destra e anti-semiti, feccia assoluta di un
contenitore calcistico (il pallone) dove, orma, finisce di tutto, inclusi
questi animali.
Certamente ci sono responsabilità
pesanti da parte dei responsabili delle forze dell’ordine: troppo poche per
contenere queste furie e troppo lenti nei loro interventi. I tifosi del
Feyenoord non dovevano arrivare fino a piazza di Spagna, ma “contingentati” in
aree nella periferia di Roma, in attesa di partecipare all’evento calcistico.
Se nei 90 minuti del match, e anche dopo, vengono bloccati nelle gabbie e in aree
protette, perché non si può fare lo stesso nelle ore che precedono le gare?
E’ mancato il buon senso, ma anche la
capacità di prevedere ciò che sarebbe successo e da questo punto di vista, dopo
i 22 arresti di due notti fa, a Campo dei Fiori, a Trastevere, non ci voleva un
genio per capire che gli amici di questi “animali” avrebbero replicato lo
spettacolo a poche ore dal match.
Sindaco, questore e prefetto, si devono tutti
prendere le proprie responsabilità, perché “prevenendo” non avremmo assistito a
questo scempio metropolitano. Un’ultima annotazione: i media olandesi stanno
sbagliando nel sottovalutare gli atti dei loro concittadini. Non è nascondendo
la polvere sotto il tappeto, che si risolvono i problemi, anzi. E’ compito
della stampa stigmatizzare queste azioni, perché l’infomazione ha un grande
valore di crescita culturale per le generazioni future. Non capirlo significa abdicare mestamente al proprio ruolo.
Speriamo almeno che questi pseudo-tifosi non riescano più ad assistere ad una partita del Feyenoord. E’ il minimo che possiamo aspettarci, come parziale risarcimento.
(di Marcel Vulpis) – Siamo terra di conquista e mi viene anche da dire frontiera internazionale di una nuova impunità condita in salsa calcistica. Roma ed una delle sue fontane più rappresentative (la “Barcaccia” del Bernini) sono state sfregiate dalle azioni di guerriglia urbana compiute, davanti agli occhi delle forze dell’ordine, da parte decine di tifosi del Feyenoord, club impegnato ieri all’Olimpico contro l’AS Roma in Europa league.
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