Roma09 – Rassegna stampa – La guerra dei costumi prosegue in vasca…
Costumi e record, un binomio indissolubile che ha regalato al mondo del nuoto tanta popolarità, ma soprattutto tante polemiche dopo la fine del 2007, con l’introduzione dei super costumi.
Tensioni tra atleti, sponsor e federazioni, destinate certo a non esaurirsi con il dietrofront deciso dalla Fina, che dopo aver dato il via libera ai costumi hi-tech nel 2008, ha deciso di tornare al passato vietandoli dal primo gennaio 2010, ma giusto in tempo utile per mettere in scena un Mondiale romano, con una pioggia di record che non ha precedenti nella storia dello sport (ben 15 solo nelle prime tre giornate di Roma09).
Polemiche che hanno visto più volte al centro del palcoscenico proprio Federica Pellegrini, sponsorizzata Mizuno, ma costretta dalla velocità del Jaked ad indossare, ad eccezione della batteria dei 200 stile, il costume della federazione italiana, con un accortezza però: quella di coprire il marchio dello sponsor, comunque visibile ad occhio nudo. E proprio questo ha provocato la reazione della Jaked, che già ai Giochi del Mediterraneo aveva criticato la scelta dell’azzurra.
«Indossare il costume e coprire il marchio – ha spiegato il presidente, Francesco Fabbrica – Non è il massimo per noi. D’altra parte l’abbiamo sempre lasciata libera di scegliere il costume che preferiva, decidendo di non applicare nessuna penale (prima era di 2500 euro), ma chiedendo solo che non oscurasse il nome».
Polemica rilanciata anche a Roma con la campionessa del Mondo che ha continuato ad indossare il Jaked coprendo, seppur in maniera visibile, il marchio. E via con le altre schermaglie. E così in batteria la campionessa ha nuotato i 200 stile con il “Mizuno”, suo sponsor personale in risposta a una pagina di pubblicità comparsa su un quotidiano sportivo in cui la Jaked (che ha ammesso di aver fatto la stessa cosa per Cleri e Cagnotto), fornitore della nazionale azzurra, parlava del record del mondo fatto dalla Pellegrini con il body dell’azienda italiana.
«Dopo la vittoria voglio mandare un messaggio – ha detto la Pellegrini indicando il marchio del costume – questo e solo questo è il mio sponsor».
Poi però nel pomeriggio si è rimessa il Jaked e ha timbrato il suo nono record del mondo con 1’53”67 nella semifinale dei 200 stile. Polemiche, che secondo il segretario generale della Fina, «dimostrano come il nuoto abbia raggiunto in Italia e nel mondo livelli mai raggiunti prima».
Battaglie dialettiche destinate probabilmente ad attenuarsi in futuro, visto che dal 2010 la Fina ha deciso di mettere ufficialmente fuorilegge i costumi di terza generazione, sposando la causa più volte lanciata, tra gli altri, da Filippo Magnini, che aveva anche proposto la cancellazione dei record. Ma su questo la federazione internazionale è stata chiara: si torna indietro ai costumi solo in tessuto, ma i primati del mondo resteranno lì. E forse ci resteranno anche a lungo, visti i miglioramenti stratosferici effettuati dall’introduzione dei super costumi. Ma è già polemica sulla data dell’ingresso della nuova direttiva, i tempi potrebbero slittare ad aprile-maggio del 2010, e sulla differenza tra uomini e donne, con i maschietti che dovranno coprirsi dalla vita alle ginocchia, mentre le donne potranno indossare un body.
fonte: Corriere Canadese
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