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Russia: tra Olimpiadi e Mondiali si parte da zero

Dietro a Sochi, patria delle Olimpiadi 2014, c’è il Presidente Putin che si è impegnato a fornire un sostegno finanziario e la partecipazione delle maggiori società russe, e degli oligarchi, all’iniziativa. Dei 12,2 miliardi di dollari annunciati dal capo del Cremlino per l’investimento- Olimpiadi, il 37% sarà di provenienza privata, mentre il 63% graverà sul budget del governo. Sochi necessita della costruzione di quindici strutture olimpiche e, tra gli investimenti più ingenti, particolare attenzione sarà dedicata ai trasporti: : 60 miliardi di rubli verranno investiti per l’alta velocità ferroviaria e 30 mln di dollari per riaprire l’aeroporto di Babushera di Sukhumi chiuso alla fine del 1992-1993;  altri 1.900 mln di dollari saranno destinati invece alla costruzione di strutture turistiche come hotel e intrattenimenti. Inoltre, il governo di Mosca ha preventivato 9 miliardi di euro, per lo sviluppo di Soči come “stazione climatica montana” per il periodo dal 2006 al 2014.  Le grandi società scalpitano per trovare un ruolo in quest’odissea: il colosso tedesco Siemens e l’austriaca Strabag hanno confermato di volersi proporre congiuntamente per la costruzione di numerosi progetti, incluso il villaggio olimpico, strade, ferrovie, centrali elettriche e hotel. I principali competitor di Strabag per le commesse olimpiche saranno la turca Enka, da lungo tempo presente in Russia, ma anche “cinesi e francesi”. Incredibile se si pensa che per le Olimpiadi invernali di Torino del 2006 – le più costose di tutte le precedenti Olimpiadi invernali – sono stati spesi tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro.  Per quanto riguarda i diritti televisivi, dopo essersi aggiudicata i diritti tv per l’Italia delle Olimpiadi di Vancouver 2010 e Londra 2012, Sky ha raggiunto un accordo con il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) anche per i diritti tv dei Giochi Olimpici del 2014 e del 2016. Sky Italia ha acquisito i diritti televisivi delle due nuove edizioni dei Giochi Olimpici per tutte le tenologie e modalità di offerta, tra cui tv in chiaro, pay tv, internet e il mobile.
Il governo non ha ancora fatto calcoli esatti sulla remuneratività dell’evento olimpico  ma appare chiaro a tutti che si tratterà di cifre ingenti: secondo Alfa Bank il ritorno economico dai Giochi sarebbe nell’ordine almeno dei 15 miliardi di dollari, una fortuna  per le casse dello Stato, se è vero che il ministro dello sviluppo economico e del commercio, German Gref, ha già previsto di raccogliere dalle Olimpiadi in tasse e tributi attorno ai 300 miliardi di rubli.
Sulla stessa riga si prospetta il Mondiale: un evento che per essere giocato viaggerà nel vero senso del termine: da San Pietroburgo a Sochi ci sono 2000 km, da Kaliningrado a Yekaterimburgo altri 2470 senza dimenticare che solo 6 delle 13 sedi previste sono connesse da treni ad alta velocità. Un viaggio non solo geografico ma anche economico: Putin ha affermato che soltanto per la costruzione degli stadi verranno spesi 10 mln di dollari senza contare le ristrutturazioni, gli adeguamenti al servizio di trasporti, gli hotel, gli aeroporti e tutte le infrastrutture. Sembra una cifra enorme e forse anche esagerata ma bisogna ricordare che dei 16 stadi richiesti dalla FIFA, la Russia ne dovrà costruire ex novo ben 13, ristrutturando i restanti tre. Tra quest’ultimi ci sono il Gazprom Arena che raggiungerà quota 70000 posti e i campi di Dinamo e Spartak che faranno posto rispettivamente a 44000 e 50000 spettatori. Lo stadio Luzhniki di Mosca sarà ricostruito a spese della municipalità di Mosca, la ristrutturazione del secondo stadio della capitale – quello dello Spartak – a spese della compagnia petrolifera Lukoil e quello della Dinamo a spese della Vtb Bank; Gazprom interverrà per lo stadio di San Pietroburgo. Non si esclude che Roman Abramovich, dopo aver preso parte alla delegazione Russa  a Zurigo, possa partecipare di tasca propria a una parte delle spese; il suo portavoce ha dichiarato che il patron dei Blues sarebbe disposto a contribuire, ma che il suo denaro sarebbe impiegato “in collaborazione con lo Stato”.
Naturalmente parte di queste spese verranno coperte anche dagli sponsor e proprio a tal proposito si possono ricordare i partner che hanno supportato la campagna di candidatura per i Mondiali del 2018: IFD Kapital  Group che grazie al suo fatturato di 11 miliardi raggiunto nel 2009 è una delle 100 più grandi società russe; Art and Sport, la società di beneficienza russa fondata e guidata dall’uomo di affari e filantropo russo, Alisher Usmanov; la società BDO che ha fornito sostegno alla nazione candidata in termini di gestione delle finanze e lo studio legale Yust che ha offerto la sua consulenza legale alla Russia durante tutto il lungo periodo di candidatura. E’ facile immaginare come molte di queste partnership, alla luce del traguardo raggiunto il 2 dicembre, avranno ragione di rimanere in essere anche durante la preparazione vera e propria del Mondiale, fornendo un aiuto monetario al Comitato di organizzazione.  Alla luce di tutto questo viene da chiedersi secondo quale logica la Russia sia stata decretata come idonea ad ospitare i due più grandi eventi sportivi a livello mondiale, risultando insufficiente sotto ogni punto di vista.
Sicuramente Sochi 2014 e la FIFA World Cup 2018 daranno un’enorme spinta economica a tutta la Nazione, rilanciandone l’immagine in tutto il mondo ma bisogna iniziare a rimboccarsi le maniche perché di lavoro da fare ce n’è e tanto.

Simona Vendittoli
Valentina Altavilla

Un risultato incredibile quello raggiunto dalla Russia negli ultimi mesi: nel giro di 4 anni la fredda nazione sarà la patria delle Olimpiadi invernali 2014 e della FIFA World Cup 2018. L’interrogativo è se la sua economia riuscirà a sostenere eventi di tale portata dal momento che sembra mancare quasi tutto, comprese le basi per poter sperare in una buona partenza.

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Marcel Vulpis

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