Saudi Vision 2030: l’economia saudita passa attraverso il turismo e lo sport
L’Arabia Saudita si apre al mondo, oltre che al mercato dello sport-business (l’accordo pluriennale con la Lega Serie A italiana è una delle diverse iniziative promozionali). Il progetto-ombrello, riservato a diversi settori industriali, è “Saudi Vision 2030“, il più importante programma di urbanizzazione e modernizzazione nella storia del gigante arabo. Prevede un piano per ridurre la dipendenza del paese dal petrolio, diversificare l’economia e sviluppare settori di servizi pubblici quali sanità, istruzione, infrastrutture e turismo. Il Saudi Public Investment Fund (PIF) è il veicolo che il principe ereditario Mohammad bin Salman intende utilizzare per gli investimenti economici (lo stesso messo in campo per l’acquisto del Newcastle United in Premier League).
Entro il 2030 verrà realizzato il progetto “Saudi Vision”
Saudi Vision 2030 pone l’accento, soprattutto, sulle riforme strutturali, le privatizzazioni e lo sviluppo delle piccole e medie imprese, puntando a diversificare l’economia, a creare nuove opportunità di lavoro e ad innalzare la qualità di vita nel paese. Si articola, nello specifico, su tre pilastri: il primo è lo status del Regno come “cuore” del mondo arabo e islamico; il secondo è diventare un motore globale di investimento; il terzo è collegato alla posizione strategica dell’Arabia Saudita e all’ambizione di trasformarsi in un hub globale tra Asia, Europa e Africa.
“KSA (Kingdom of Saudi Arabia, nda), attraverso lo sport in generale, e il calcio in particolare, cerca non solo di affermarsi sullo scenario internazionale, ma anche di cambiare la società modernizzandola, intercettando nuovi capitali stranieri per sviluppare attività legate al turismo e all’ospitalità” – ha spiegato Antonio Fabbricatore, titolare dello studio AFVision (realtà operante nel settore della consulenza aziendale internazionale). “L’apertura dell’economia si ripercuoterà su molti settori, come il turismo (con introiti superiori a 42,9 miliardi di euro), l’edilizia e l’intrattenimento. Più in generale l’Arabia Saudita si trasformerà in un punto di riferimento per quel che riguarda l’organizzazione di eventi sportivi”.
Al fine di attirare gli investimenti stranieri, saranno presumibilmente concessi incentivi fiscali e aiuti sul costo del lavoro alle imprese estere, ma soprattutto, verrà attuata una netta semplificazione legislativa e burocratica, affiancata dalla liberalizzazione sul piano finanziario e bancario. L’Arabia Saudita è, dopo gli Emirati Arabi, il secondo mercato di destinazione delle esportazioni italiane nell’area del Golfo.
Nascerà Neom, la smart city del futuro
Il programma “Saudi Vision 2030” include 80 progetti (per un totale di 96 target economici) nei seguenti settori: energie rinnovabili e ambiente, settore idrico, biotecnologie, filiera alimentare, scienze tecnologiche e digitali, produzione avanzata, turismo, minerario, difesa, materiali, design, logistica, ingegneria, costruzioni, infrastrutture e trasporti, oltre a media-intrattenimento e appunto sport.
In particolare, è prevista la creazione di un enorme polo turistico-sportivo sul Mar Rosso e si prevede un piano per incrementare il turismo religioso nel nord e sud del paese, passando dagli attuali 8 milioni a 30 milioni di pellegrini l’anno, attraverso significativi interventi infrastrutturali e logistici.
Ma il progetto più ambizioso è, senza dubbio, la creazione di “Neom”, la città del futuro (la più grande smart city al mondo – nella foto in primo piano un rendering del progetto), il cui costo è stimato in 456 miliardi di euro. Si estenderà su una superficie pari a 26.500 chilometri quadrati. Interamente alimentata da impianti solari ed eolici. Dove i trasporti saranno elettrici e non necessiteranno di guidatori. Dove ogni servizio sarà automatizzato. E tutto sarà all’insegna delle più moderne tecnologie. Dagli ospedali, alla sanità, fino alla sicurezza. Un grande polo industriale, oltre che la prima “zona franca” al mondo (coinvolgerà le economie di tre diversi stati: Arabia Saudita, Egitto e Giordania).
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