SCOMMESSE, DALL’INGHILTERRA ALLA GERMANIA: CRESCONO LE SPONSORSHIP NEL CALCIO
L’Italia fuori dal giro della pubblicità e delle sponsorizzazioni delle aziende di giochi in Europa. Una perdita pesante per club, media e leghe sportive, proprio in un periodo nel quale il mercato del betting è in crescita ovunque. Se in Italia gli effetti del “Decreto Dignità” si sono fatti sentire con lo “stop” pressoché definitivo agli accordi di promozione e agli spot in tv, negli altri campionati europei i marchi di gaming sono sempre molto presenti. In Inghilterra infatti diversi club tra Premier League e Championship hanno continuato a presentare, sulle divise, un brand di scommesse. Nella massima competizione inglese, riferisce Agipronews, sono 9 i club ad avere questo tipo di partnership commerciale, per un totale di 24 se si considera anche la serie cadetta. A dimostrazione del fatto che «le scommesse forniscono allo sport i fondi vitali di cui ha bisogno», come dichiarato qualche giorno fa dal Betting And Gaming Council, l’associazione che rappresenta gli operatori di giochi e scommesse. In sintesi, le otto squadre di Premier League che hanno scelto, nella stagione 2020/21, realtà di scommesse sono il West Ham legato nuovamente a Betway, il Newcastle United al partner asiatico Fun888, il neo promosso Leeds United a Sbotop, il Southampton a Sportsbet.io e il Crystal Palace a W88. Infine il Burnley, sponsorizzato da LoveBet, il Wolverhampton (ManBetX) e il Fulham (BetVictor).
Come per l’Italia, anche in Spagna ben presto non si avrà più la possibilità di pubblicizzare società di scommesse come sponsor. Tra i club con questo tipo di accordo ci sono ancora Leganes, Valencia, Siviglia, Osasuna, Levante, Alaves, Granada, Real Mallorca, Sporting Gijon, Espanyol e Girona. Stesso discorso per la Germania che – come nella scorsa stagione – vede diverse società con marchi di scommesse, per esempio il Werder Brema con TouTou e il Mainz con QQ288. Ma a far crescere ancora di più il settore dei giochi è anche la diffusione degli “sleeve sponsor” (letteralmente “sponsor di manica”), nuovo format commerciale introdotto nel calcio europeo. L’ultimo accordo, in ordine di tempo, è stato siglato dall’Aston Villa con “LT” (piattaforma comparativa con base a New York).
Se da una parte il fenomeno è in continuo sviluppo, dall’altro bisogna fare attenzione ai bookmaker asiatici, che puntano soprattutto a raccogliere clienti e puntate in paesi in cui il betting è vietato, come le Filippine o Hong Kong, attraverso espedienti ingannevoli. Dei 93 sponsor di scommesse identificati da un report di Global Lottery Monitoring System (Glms), riporta Agipronews, il 33% è rivolto verso l’Asia e il 30% delle squadre è coinvolto con un operatore di questo tipo. Nel calcio, la percentuale di sponsor di scommesse rivolti verso l’Asia è del 50%. La popolarità delle principali competizioni di calcio, ma anche di basket, in Asia è un fattore chiave che guida il boom delle sponsorizzazioni di scommesse. Di fatto, i bookmaker asiatici utilizzano le sponsorizzazioni sportive in Europa come una sorta di “Cavallo di Troia” per promuovere brand che non sono autorizzati nei paesi in cui essi stessi operano. Accade dunque che il club calcistico pubblicizza un sito di scommesse, il cittadino asiatico che assiste al match tenta di collegarsi all’indirizzo che legge sulla maglia del club ma non può farlo – perché il sito stesso non è reso accessibile dalle autorità in quel Paese – e allora viene reindirizzato su un altro sito (illegale) per giocare.
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