Scommesse – Mondiali2010: polemiche sul capocannoniere
Alla fine della competizione, in testa alla classifica del miglior marcatore si sono trovati Villa, Sneijder, Forlan e Muller, tutti con cinque reti. La Fifa tuttavia ha assegnato il titolo a Muller, sulla base di una norma del regolamento che – in caso di ex aequo – prevede valgano anche gli assist. Una norma certamente oscura, poco nota, e che alla fine non intacca quantomeno l’aura di vincitori morali che Villa, Sneijder e Forlan hanno conquistato sul campo. Alla fine la questione potrebbe morire qui, senza polemiche, se non fosse che la decisione Fifa ha avuto notevoli ripercussioni sulle scommesse. Quantomeno in Italia.
In Italia, Aams ha refertato come vincenti tutti e quattro gli esiti. In questo caso, il regolamento delle scommesse (art. 13 co. 1 decreto Ministero dell’Economia 111 del 2006) prevede che gli operatori paghino un premio ridotto, in pratica la quota di ciascun esito viene divisa per il numero di vincitori finiti ex equo. In altre parole – informa l’agenzia Agicos – in caso di due vincitori, la quota si divide per due; con tre vincitori si divide per tre e così via. Tornando al capocannoniere dei Mondiali, c’è un’eccezione, quella di Villa che alla vigilia della partita era quotato a 1,85 per MatchPoint. Se si procedesse alla divisione, la sua quota verrebbe ridotta a 0,46 circa, quindi chi avesse scommesso su di lui vincerebbe meno della metà di quanto ha puntato. Tuttavia, il regolamento delle scommesse (art. 9 co. 1) prevede che la vincita non possa mai essere inferiore alla giocata, e nel caso di Villa, quindi, le scommesse sono state pagate alla pari. Gli scommettitori in altre parole si sono visti restituire la somma puntata.
Ma a ben guardare, il problema non è per Villa (su cui comunque avevano puntato il 58% dei giocatori MAtchPoint), e nemmeno per gli altri due vincitori morali Sneijder e Forlan (che rispettivamente avevano raccolto il 26 e il 6% delle giocate). Chi ci ha giocato sopra avrebbe perso, se Aams per la refertazione si fosse basato sulla decisione della Fifa. Invece, ha avuto quantomeno la restituzione della somma giocata, se non una piccola vincita. Il problema è per chi ha scommesso su Muller (unico vincitore designato dalla Fifa) dal momento che si è visto decurtare la vincita del 75%. Oltretutto Muller – come sottolineano da MatchPoint – all’inizio della competizione era considerato un outsider, e era stato accorpato nella voce "Altro". La voce all’inizio veniva quotata a 6,00, ma nel corso dei Mondiali era salita fino a 16,00. Una volta scorporato, Muller ha raccolto il 9% delle giocate, e veniva quotato a 7,00.
Anche in questo caso, occorre consultare il regolamento delle scommesse, che all’art. 6 co. 8 prevede che "Ai fini delle scommesse, l’acclaramento degli esiti riguardanti gli avvenimenti sportivi oggetto di scommessa compete ad AAMS, che provvede a certificarli sulla base delle comunicazioni ufficiali effettuate dagli organi responsabili dello svolgimento degli avvenimenti ovvero, in assenza di queste ultime, sulla base di elementi, notizie od informazioni oggettivamente riscontrabili". In altre parole, Aams per la refertazione si deve basare sulle comunicazioni ufficiali degli organi che hanno organizzato l’evento, nel caso di specie la Fifa, e non dispone di un potere discrezionale.
Aams – trovandosi in una situazione che ha quantomeno dell’ambiguo – ha deciso di refertare tutte e quattro le scommesse come vincenti per premiare il maggior numero di scommettitori. Una scelta condivisibile, dal momento che l’assegnazione del premio a Muller è sembrata a molti il frutto di una procedura improntata sul momento. In realtà era prevista fin dall’origine, basta consultare il regolamento Fifa dei Mondiali 2010. Nella Sezione 44 sui premi, al comma 11 lettera b, si stabilisce che per l’assegnazione della Scarpa d’Oro, "se due giocatori segnano lo stesso numero di reti, sarà decisivo il numero di assist (così come determinato da una Commissione Tecnica di membri Fifa). Se due o più giocatori sono ancora a pari merito, verranno calcolati i minuti giocati nell’arco del torneo".
All’estero vigono regole meno rigide, in Gran Bretagna e Irlanda i bookmaker hanno piena libertà di decisione in casi simili. Tuttavia, il fair play nel caso delle scommesse diventa un vero e proprio obbligo morale. Lo dimostra Paddy Power che riassume: "Abbiamo pagato tutte e quattro le scommesse come vincenti, come se fosse stata una dead heat". Il riferimento è al gergo delle scommesse ippiche, si ha una dead heat quando due o più cavalli tagliano insieme il traguardo.
Fonte: Il Velino/Agicos
Quattro piedi in una Scarpa, quella d’Oro assegnata nei Mondiali 2010
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