Scontro Haaland-CR7 sul mercato degli NFT
(di Francesca Diana) – Erling Haaland batte il record di Cristiano Ronaldo: il suo NFT, token non fungibile, è stato ceduto sulla piattaforma Sorare al valore di 613 mila euro, mentre quello del portoghese è stato ceduto a 350 mila circa. Sorare ha reso nota la cessione tramite i propri canali social, dove il valore della carta virtuale è stato espresso in 265 EHT, una criptovaluta adoperata da Ethereum, piattaforma basata su blockchain che permette di certificare la proprietà di ogni file digitale.
Gli NFT come quello del calciatore svedese hanno la possibilità di replicare le carte collezionabili della vita reale, mostrando i dettagli chiave del giocatore come numero, età, posizione, nazionalità e il livello di rarità, posto nell’angolo sinistro. Lo scopo però è quello di non farle diventare solo dei meri oggetti da collezione, ma di farli diventare dei veri investimenti.
Tra le opzioni c’è quella di poter inserire le varie carte virtuali in concorsi fantasy, dove il valore verrà stabilito anche in base alle prestazioni dei giocatori, in cui gli oggetti più rari avranno dei moltiplicatori più elevati, in modo tale da trasformarsi in fonti di guadagno. Questo sistema ha permesso a Sorare di distinguersi dalle altre forme di criptovalute, che sono calate negli ultimi mesi, poiché gli utenti non pensano al fatto che si stanno interfacciano con monete virtuali, ma con vere e proprie figurine. La startup francese ha una app mobile in fase di beta test, che punta a migliorare l’esperienza degli utenti, che potranno accedere alla piattaforma più agevolmente e con un’interfaccia migliorata.
L’azienda però non vuole soffermarsi solo sul mondo calcistico, ma espandere i propri orizzonti su più ambiti sportivi. Una testimonianza di ciò è data dal recente ingresso di Serena Williams del CDA, che permetterà a Sorare di entrare nel mercato dello sport femminile, in particolare verso il mercato nordamericano. Infine verranno fatti investimenti in squadre e giocatori diversi, creando una comunità più inclusiva, dando modo agli atleti meno rappresentati dai media la possibilità di essere conosciuti e apprezzati da una larga fetta di pubblico.
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