Punto e a Capo

Senza Parole…Il caso Totti-Failla

E’ sempre più difficile fare il giornalista ai nostri giorni, ma dopo il caso Totti-Failla lo sarà ancora di più. Secondo un lancio dell’Ansa, dare del “cazzaro” ad un giornalista, minacciarlo e apostrofarlo con tale epiteto, non costituisce una fattispecie penalmente rilevante. È quanto si evince dalla richiesta di archiviazione decisa dal gip del Tribunale di Roma Maurizio Caivano, in favore del capitano della Roma Francesco Totti e dell’allora allenatore Bruno Conti. I due definirono «cazzaro» il giornalista della Rai Fabrizio Failla, che li querelò, al termine di una partita di Coppa Italia contro l’Inter a Milano. Il gip spiega nell’ordinanza che «con riferimento al termine “cazzaro”, prescindendo dalla concreta attribuibilità ai medesimi del predetto termine, non abbiano inteso offendere il giornalista o comunque che l’utilizzo di tale espressione, nel contesto in cui è stata proferita, non debba considerarsi lesiva della reputazione del giornalista». Il gip spiega ancora che «nella fattispecie si è in presenza di una espressione colorita romanesca con la quale si intende disapprovare l’operato di taluno che racconta sciocchezze, stupidaggini, e comunque che riferisca notizie non corrispondenti al vero». Failla, dopo il collegamento Rai – era a bordo campo per le interviste – si avvicinò a Totti per ottenere qualche dichiarazione. Ma Totti spiegò a Failla che la Roma era in silenzio stampa aggiungendo che, come ha riferito Failla in udienza, «guarda, non so neanche se rimango il prossimo anno, quindi non vorrei dire nulla al microfono». Tale frase, spiega il gip, venne riferita in diretta alle telecamere della Rai all’altro telecronista Marco Civoli. Failla, che querelò Totti e Conti per il reato di diffamazione e minacce (riferite a Conti), spiega nella querela di essere stato aggredito verbalmente dopo essersi recato negli spogliatoi dall’allora tecnico Bruno Conti e dal dirigente Daniele Pradè. Alla fine della fiera da questo fatto si evince che Totti è Totti. A Roma (almeno) non si tocca. E’ come la “Madonna”. Forse ci voleva Woodcock di Potenza per ottenere maggior rispetto per chi fa il lavoro del giornalista e nello specifico per il collega Failla (che non è assolutamente cazzaro, tra l’altro).

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Marcel Vulpis

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