Serie A: Italiani questi “sconosciuti”. Sassuolo unico club a scommettere sulla meglio gioventù
(di Marcel Vulpis) – A leggere le formazioni del primo tempo di Roma-Udinese siamo trasaliti, Su 22 calciatori infatti solo uno, Stephan El Sharawy, aveva passaporto italiano (anche se il cognome tradisce altre matrici culturali). Ci si lamenta, tra addetti ai lavori, del fatto che gli “italiani” giochino poco (da questo punto di vista la serie B del presidente Andrea Abodi ha messo dei paletti ben chiari e ha lanciato il progetto “B Italia” proprio per la valorizzazione dei vivai autoctoni), ma in serie A, nonostante l’impegno ad inserire nelle “rose” un numero fisso di giocatori italiani o comunque cresciuti nei vivai, in campo poi ci vanno i “professionisti” stranieri. Fatta la legge (anzi il “regolamento”), quindi, trovato l’inganno.
Questo noi di Sporteconomy lo anticipammo oltre un anno fa, in un silenzio assordante del settore, che, da un lato, giustamente batteva le mani alla FIGC, ma dall’altro era chiuso in una miopia senza senso, perché oggi sono club e procuratori a guidare il mercato del calcio professionistico. Da qui l’anomalia di ieri di avere in campo all’Olimpico nel primo anticipo della prima giornata di andata del campionato 2016/17 solo un italiano nel primo tempo.
Il fatto ancora più agghiacciante è che il sistema va avanti anche di fronte alle polemiche (seppur fatte in modo costruttivo).
Ma analizziamo la situazione più in generale sulla base dei 440 titolari (22 per squadra, al netto di altri possibili rincalzi presenti nelle rose): l’Atalanta presenta 12 italiani, idem il Bologna (12), il Cagliari (ex B) sale a 14,il Chievo ben 15, il Crotone proveniente anch’esso dalla B arriva a 18, l’Empoli ne conta 14, il primo dei top club, l’ACF Fiorentina, appena 4, il Genoa CFC risale a 9, l’Inter altro top club di nuovo 4 (di cui uno naturalizzato come l’ex attaccante brasiliano Martins Eder), la Juventus campione d’Italia ne ha appena in rosa 7, la SS Lazio 4 (ad eccezione di Danilo Cataldi, i restanti tre ovvero Immobile, Marchetti e Parolo sono tutti in Nazionale), il Milan è il top club con il maggior numero di italiani (ben 11), il Napoli ne ha 6, Il Palermo sempre 6, il Pescara (ex B) 12, l’AS Roma appena 5, l’UC Sampdoria 8, il Sassuolo è l’unico club veramente a trazione “italiana” (18 su 22), il Torino arriva fino a 10 e l’Udinese appena 3. E’ una situazione veramente imbarazzante, aggravata dal fatto, che, nelle prime due partite del campionato, su 44 giocatori in campo appena 9 erano con la carta d’identità italiana (uno in Roma-Udinese e 8 in Juve-Fiorentina, con 4 italiani per squadra).
E’ un campionato straniero de iure e de facto ma lo chiamiamo ancora serie A. L’unico club che può definirsi “made in Italy” è l’US Sassuolo guidato dal manager Giovanni Carnevali, che ha investito su giovani e stadio, sin dal primo anno di dirigenza e i risultati si vedono. In generale su 440 calciatori analizzati solo 192 sono di passaporto italiano (meno del 50%, anzi per la precisione il 44%).
Qui la questione è molto semplice: o non ci sono più calciatori italiani (insieme alle scuole) e l’unico club che riesce a crescerli e valorizzarli è il Sassuolo di Squinzi, oppure c’è qualcosa che non torna ed i presidenti, insieme ai procuratori, dovrebbero fare un serio esame di coscienza.
In FIGC qualcuno dovrebbe capire che se non metteremo dei paletti sul numero degli stranieri schierati nell’undici di gioco, tra un po’ per trovare 22 azzurri per la Nazionale dovremo lanciare la prima edizione dell'”Italia’s got talent” del pallone a spicchi. Ci chiediamo se dobbiamo arrivare a questo.
A conferma di questa tesi, per trovare un buon numero di calciatori italiani (ma non in tutti i club esaminati) bisogna andarli a scovare nei “rincalzi” delle rose in esame (38 italiani a fronte di 36 stranieri). Ovvero i panchinari dei panchinari, le terze linee che difficilmente giocheranno, a meno di un elevato numero di infortuni, ma che fanno formalmente numero per poter dimostrare alla FIGC (almeno sulla carta) che si è in linea con il regolamento,
La formazione del primo tempo dell’AS Roma: Szczesny, Bruno Peres, Manolas, Vermaelen, Emerson, Nainggolan, Paredes, Strootman, Salah, Dzeko, El Shaarawy (ITA).
La formazione del primo tempo dell’Udinese: Karnezis, Samir, Danilo, Heurtaux, Ali Adnan, Badu,Hallfredsson, Fofana, Widmer, De Paul, Zapata
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