Si gioca la partita per la nuova governance della serie A, con effetti su tutto il sistema
Difficile prevedere una “fumata bianca” per la prossima assemblea elettiva della Lega Serie A. Non sarà probabilmente decisiva per la nomina del presidente. In campo due fazioni: 6 big e 14 società medio-piccole. Da un lato è stato contattato Leandro Cantamessa, legale e consigliere d’amministrazione del Milan. Sull’altro fronte il presidente della Lazio, Claudio Lotito, si starebbe preparando a calare un asso a sorpresa, un personaggio extra-calcio. Senza la nomina del nuovo presidente però la Lega calcio serie A rischia seriamente il commissariamento.
Prima di votare il successore di Maurizio Beretta (attuale n.1 della Lega), i 20 club devono risolvere il nodo del nuovo statuto, che prevede un presidente di garanzia e tre figure esecutive (AD, consigliere delegato e direttore generale) ma soprattutto la modifica dei parametri per la ripartizione delle risorse, aspetto che su cui ancora non c’è alcun compromesso fra i diversi schieramenti.
Secondo la bozza di riforma, il ceo e il consigliere delegato diventerebbero due dei tre rappresentanti della Lega Serie A nel Consiglio della Federcalcio (il terzo resta il presidente). Non è escluso, però, che in attesa della nuova governance domani si eleggano due consiglieri federali con l’attuale regolamento, in modo da garantire alla Lega Serie A la partecipazione al Consiglio che lunedi’ nominerà i vice del presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio. I favoriti, secondo indiscrezioni, sono l’ad della Juventus FC, Beppe Marotta, e quello del Bologna FC, Claudio Fenucci.
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