Siniscalchi: Per valutare nuoto e pallanuoto aspettiamo i Giochi di Rio2016
Rio2016, prossima tappa olimpica estiva, è l’obiettivo di tutti i nostri atleti azzurri, che si allenano, da oltre 4 anni, per centrare l’obiettivo dell’ingresso/qualificazione ai Giochi Olimpici.
In questi ultimi mesi si sta componendo di fatto la spedizione azzurra. Forse il tallone d’Achille, almeno per il momento, è la scarsa presenza delle selezioni nazionali. Alcune, come per esempio il calcio, non si sono proprio qualificate, altre (tra cui la pallanuoto maschile e femminile, o lo stesso quintetto azzurro del basket olimpico) devono ancora conquistare il pass a cinque cerchi in occasione dell’ultimo torneo pre-olimpico. E ci auguriamo che ciò avvenga per lo sviluppo di questi movimenti sportivi, perché non qualificarsi alle Olimpiadi è un’occasione gettata nel cestino, con danni d’immagine anche per gli anni successivi.
Ne abbiamo parlato con l’avvocato Renato Siniscalchi, vice-presidente della SS Lazio nuoto (guidata dal presidente Massimo Moroli),
che conosce, in modo approfondito, il mondo degli sport acquatici e nello specifico quello della pallanuoto. Con il n.2 della società biancoceleste abbiamo analizzato lo stato dell’arte del settore, con lo sguardo rivolto al futuro, visto che, dopo Rio2016, ci saranno le elezioni federali e, ancora ad oggi, Paolo Barelli, attuale n.1 della FIN,
non ha sciolto la “riserva” su una sua possibile candidatura, né ha fatto capire se, al posto suo, ci sarà un eventuale “delfino”, tra i suoi uomini più fidati. Tra le ipotesi che circolano anche l’idea di sparigliare tutto presentando la figura di un candidato-manager, che abbia sì una storia nel nuoto/pallanuoto, ma, soprattutto, le qualità per far decollare definitivamente questo mondo, generando risorse che l’economia attuale (sempre più depressa) non è più capace di portare in dote al sistema stesso.
D) Quali sono le ragioni che vedono le nazionali azzurre di pallanuoto (maschile e femminile) ancora non qualificate per Rio2016?
R) La crisi economica si riflette anche sulla crisi tecnica e sulla capacità organizzativa, con difficoltà, e, quindi, riflessi sulla crescita dei talenti presenti nella pallanuoto azzurra, sia maschile che femminile. D) La situazione del water polo è visibile anche in altre discipline olimpiche. L’Italia non sa più organizzare e gestire la programmazione degli sport di squadra?
R) Bisogna tenere presente che la pallanuoto è l’unico sport che non ha mai mancato le Olimpiadi e per ora siamo in corsa. Per gli altri sport di squadra bisognerebbe analizzare le singole discipline e capirne le ragioni.
D) Torniamo al settore della pallanuoto italiana. Qual è il livello del campionato nazionale e la nostra presenza nelle coppe europee?
R) C’è forse un appiattimento verso il basso per il campionato di A1, mentre c’è più competitività a livello di nazionali. Purtroppo (almeno per il momento,ndr) non stiamo eccellendo all’estero, se parliamo di presenza internazionale dei club.
D) Qual è oggi il profilo degli imprenditori che investono nella pallanuoto, o si avvicinano per investire in questa disciplina?
R) Gli investitori non esistono, semmai sono presente dei “grandi appassionati”, che investono in prima persona. Soprattutto ci troviamo di fronte a società che trovano forme di auto-finanziamento tramite la gestione degli impianti. E’ un movimento che può ripartire e rilanciarsi se si trovano forme di finanziamento come corsi, impianti, organizzazione di nuove manifestazioni, ecc. Non c’è altra via.
D) Cosa dovrebbe fare il prossimo presidente FIN per rilanciare concretamente questa disciplina, sia per quanto riguarda il campionato, sia nel settore delle selezioni nazionali?
R) Bisogna vedere innanzitutto, dopo Rio2016, se ci saranno altri candidati, alla luce dei risultati anche del nostro movimento (in tutte le discipline, ndr), e valutare successivamente quanto raccolto tra nuoto e pallanuoto. Tutto questo avrà peso nel CF, dove, ad oggi, siedono sei consiglieri provenienti dalla pallanuoto. Serve un progetto organico implementato dal futuro candidato presidente, senza cercare grandi nomi al di fuori del sistema. Bisogna cecare soluzioni condivise da addetti ai lavori, con esperienze specifiche. D) Come vede gli attuali ct delle nazionali? R) Per ora entrambi stanno lavorando bene, ma fondamentale sarà la crescita economica, per fare in modo di esprimere giovani talenti, sviluppo del settore giovanile e quindi rafforzamento delle “prime squadre”. D) Quali sono in questo momento le nazioni guida della pallanuoto mondiale?
R) In campo maschile sicuramente la Serbia, dal punto di vista tecnico, fisico e tattico, per il settore femminile gli Stati Uniti, l’Ungheria e l’Olanda.
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