Sochi2014: la spedizione olimpica azzurra torna a casa con le ossa rotte. I perche’ di un flop.

Ci fosse stato un dirigente sportivo italiano capace di dire semplicemente, senza cercare scuse: “Abbiamo totalmente sbagliato la programmazione olimpica invernale e lavoreremo per i prossimi 4 anni in modo da tornare a centrare qualche oro”. Dal 1980, non succedeva che una spedizione olimpica azzurra non centrasse il primo posto sul podio. 

Se è vero che Giovanni Malagò è l’attuale numero uno del CONI, questi risultati all’80% portano la firma di Gianni Petrucci (ex presidente del palazzo H), perchè Malagò è salito in corsa e siede su quella poltrona che fu di Petrucci (oggi presidente della Federbasket) da meno di un anno. Pur tuttavia, ci permettiamo di dire amichevolmente a Malagò: “Caro Presidente hai voluto tu questa bellissima bicicletta, che è lo sport italiano…adesso, però, è tempo di rimetterla in movimento“. La “cura” Malagò la vedremo solo da RIO2016 in occasione dei giochi estivi brasiliani. Lì non ci saranno più scuse. Certamente sarebbe arrivato il tempo, per l’Olimpiade estiva così come per quella invernale, di “svecchiare” i quadri dirigenziali, gli staff tecnici e compagnia cantante. Ma una bella rivoluzione “renziana” non è proprio possibile in questo sistema sportivo? E’ chiedere tanto? C’è da augurarsi che arrivi, prima o poi, un “Rottamatore” anche nello sport tricolore. Non lo è stato Petrucci, sinceramente, al momento, non lo è neppure Malagò, da cui ci aspettavamo (questo è bene sottolinearlo), molto, ma molto di più. Però, mai disperare, Malagò ci legge e sa che siamo degli indipendenti veri: diciamo sempre quello che pensiamo, anche se qualche volta può dare fastidio. Ma l’informazione a questo serve: a far riflettere i dirigenti di un sistema (quale che sia il settore) e/o a far risvegliare gli animi dell’opinione pubblica. E finchè esiste ed esisterà l’art.21 della Costituzione ad esso sempre ci appelleremo. 
Un’ultima annotazione: è tempo di dar vita agli Stati Generali dello sport italiano e capire come ottimizzare determinati processi. Ci sono poche risorse, ma quelle che arrivano nel sistema si perdono in mille rivoli. Un approfondimento per esempio meriterebbe lo stato dell’arte degli enti di promozione sportiva. Troppi e poco collegati con quanto fa il CONI (che però fornisce loro fondi “pubblici” su base annuale). Ne servono veramente così tanti? Si fondono le banche, non si possono fondere gli enti di promozione sportiva?. Sono tutti veramente necessari? Si liberebbero così una serie di risorse anche per la programmazione sportiva olimpica. Adesso passiamo la provocazione/riflessione a Malagò. E’ lui il numero uno dello sport italiano. Tocca a lui rispondere su questo tema e non solo. 

Progettualità/Programmazione“. Un termine sconosciuto ai più in questo paese, figuriamoci nello sport. Pochi lo conoscono, ancor meno cercano di metterlo in atto. Poi arriva l’appuntamento olimpico e tutti a stracciarsi le vesti di fronte alla brutta figura della spedizione a cinque cerchi azzurra. Appena 8 medaglie, zero del metallo più pregiato (due argenti e sei bronzi). Ma la cosa comica non è l’assoluta assenza di responsabilità di chi si occupa della programmazione dei nostri atleti (ben 133 a Sochi), ma la corsa all’alibi. Ne ho sentite di tutti i colori: “Abbiamo superato Vancouver2010” (peccato che fosse stata un’altra Caporetto sportiva, con appena 5 medaglie) o ancora “Ben otto volte siamo scesi dal podio per pochi metri o centesimi” (come se altre otto medaglie di bronzo migliorerebbero il quadro d’insieme). 

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